Uno studio durato un anno su 100 individui magri e metabolicamente sani, sottoposti a dieta chetogenica, ha rilevato che livelli elevati di LDL e apolipoproteina B non erano correlati all’accumulo di placca, come dimostrato dalle angiografie TC. Al contrario, la placca esistente era il principale fattore predittivo di un accumulo futuro. I ricercatori del Lundquist Institute sottolineano la necessità di valutazioni personalizzate del rischio cardiovascolare, soprattutto nei soggetti che seguono una dieta a basso contenuto di carboidrati e presentano un alto livello di colesterolo. Uno studio prospettico durato un anno non ha trovato alcuna correlazione tra aterosclerosi e livelli di colesterolo estremamente elevati in 100 individui altrimenti metabolicamente sani che avevano seguito una dieta chetogenica per una media di cinque anni.
Un nuovo studio del Lundquist Institute for Biomedical Innovation presso l’Harbor-UCLA Medical Center, condotto in collaborazione con ricercatori di diverse istituzioni, mette in discussione la consolidata convinzione che il colesterolo alto sia la causa diretta della malattia coronarica negli individui metabolicamente sani.
Pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology: Advances, lo studio ha esaminato 100 adulti metabolicamente sani che avevano seguito una dieta chetogenica a basso contenuto di carboidrati a lungo termine e avevano sviluppato livelli elevati di colesterolo LDL. Questi individui, noti come Lean Mass Hyper-Responders (LMHR), presentavano elevati livelli di LDL-C e ApoB senza evidenza di coronaropatia basale o progressione della malattia nel tempo.
I risultati suggeriscono che in questa specifica popolazione, i tradizionali marcatori del colesterolo potrebbero non predire il rischio di malattie cardiache come precedentemente ipotizzato. Gli autori sottolineano la necessità di ulteriori ricerche e di un approccio più personalizzato alla valutazione e al trattamento del rischio cardiovascolare.
Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte al mondo, rendendo la diagnosi e la valutazione del rischio una priorità assoluta. La teoria prevalente sul rischio di malattie cardiovascolari è l’ipotesi lipidica, che postula che l’aumento dell’apolipoproteina B (ApoB) e del colesterolo legato alle lipoproteine a bassa densità (LDL-C) siano fattori di rischio significativi che dovrebbero essere obiettivi terapeutici primari. Tuttavia, questa nuova ricerca mette in discussione la rilevanza dell’ipotesi lipidica negli individui metabolicamente sani i cui livelli di colesterolo aumentano in risposta a una dieta chetogenica a basso contenuto di carboidrati, spesso adottata per affrontare importanti problemi di salute mentale o fisica.
Il ruolo delle diete chetogeniche nella salute e nel rischio
Con l’accumularsi di prove sull’efficacia della riduzione terapeutica dei carboidrati nel migliorare patologie croniche che vanno dal diabete alle malattie infiammatorie intestinali (IBD) fino al disturbo bipolare, indagare il rischio cardiovascolare dell’ipercolesterolemia indotta dalla dieta sta diventando sempre più cruciale. Nonostante i sorprendenti effetti benefici osservati in seguito a questa terapia, l‘adozione è spesso sconsigliata dai medici a causa del presunto aumento del rischio di malattie cardiache.

Lo studio ha indagato la relazione tra LDL-C, ApoB e progressione della placca cardiaca in una sottopopolazione di persone che adottano diete a basso contenuto di carboidrati e presentano il fenotipo LMHR. Questo profilo metabolico unico include livelli elevati di LDL-C e ApoB nonostante livelli di marcatori metabolici altrimenti sani, tra cui bassi livelli di trigliceridi, alti livelli di HDL, bassa pressione sanguigna, bassa resistenza all’insulina e basso indice di massa corporea.
I ricercatori non hanno trovato alcuna associazione tra la progressione della placca e l’esposizione totale, le variazioni o i livelli basali di ApoB e LDL-C. Piuttosto, il carico basale di placca è stato identificato come il più forte predittore della futura progressione della placca. Questi risultati suggeriscono che il colesterolo alto non è sempre un indicatore di progressione della placca cardiovascolare e che i soggetti con fenotipo LMHR potrebbero trarre beneficio dall’imaging cardiaco per valutare ulteriormente il loro rischio cardiovascolare.
Implicazioni per la valutazione del rischio e la pratica medica
I risultati si basano su lavori precedenti del team di ricerca che dimostrano che gli individui LMHR presentano livelli di placca coronarica simili a quelli di un gruppo di confronto attentamente selezionato con livelli di LDL normali, sottolineando che gli aumenti di LDL indotti dalla dieta chetogenica potrebbero non indicare un rischio maggiore di placca coronarica.
La ricerca è stata co-diretta dall’autore senior, il Dott. Matthew Budoff, MD, Ricercatore e Direttore del Programma e Direttore di Cardiac CT, nonché titolare della cattedra di cardiologia preventiva presso il Lundquist Institute for Biomedical Innovation dell’Harbor-UCLA Medical Center. Tra i responsabili dello studio figurano i ricercatori indipendenti Nick Norwitz, PhD, il Dott. Adrian Soto-Mota, MD, e Dave Feldman, fondatore della Citizen Science Foundation, che, in modo unico, ha finanziato lo studio tramite crowd-sourcing.
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“È importante che i medici, insieme al pubblico in generale, siano consapevoli che approcci personalizzati e basati sui dati per la valutazione del rischio dovrebbero essere presi in considerazione in base alle condizioni individuali“, ha affermato il Dott. Budoff, che è anche Professore di Medicina presso la David Geffen School of Medicine dell’UCLA . “L’esistenza di questo fenotipo suggerisce che, in alcuni casi, si dovrebbero utilizzare marcatori o test alternativi per stabilire la salute metabolica”.
Lo studio evidenzia la chiara necessità di ampliare la valutazione del rischio di malattie cardiovascolari per includere un approccio personalizzato che possa dare priorità all’imaging cardiaco. I ricercatori auspicano inoltre un approccio multidisciplinare aperto per comprendere meglio il rischio di malattie cardiache negli individui con fenotipo LMHR, che spesso si affidano a diete a basso contenuto di carboidrati e chetogeniche per tenere a bada le malattie croniche.
Riferimento: JACC: Advances