HomeSaluteTumoriLeucemia: una pillola 'può sciogliere' le cellule tumorali

Leucemia: una pillola ‘può sciogliere’ le cellule tumorali

Secondo il National Cancer Institute, ci sono stati circa 48.610 nuovi casi di leucemia l’anno scorso, con 23.720 morti per la condizione. Ora, la nuova ricerca suggerisce che una pillola, assunta due volte al giorno, potrebbe trasformare questo tumore del sangue in una malattia curabile e permettere ai pazienti di evitare la chemioterapia.

Il team, guidato da ricercatori Weill Cornell Medical College di New York, ha concentrato la ricerca sulla leucemia linfocitica cronica (CLL), la seconda forma più comune della malattia tra gli adulti.

La leucemia è un tumore delle cellule del sangue che può verificarsi quando il midollo osseo produce una quantità eccessiva di linfociti – un tipo di globuli bianchi.

Questi linfociti diventano anormali e il loro aumento lascia spazio limitato alle cellule sane, globuli rossi e piastrine, causando anemia, infezioni e facile sanguinamento.

La leucemia linfocitica cronica è di solito trattata con farmaci chemioterapici. Sebbene la maggior parte dei pazienti risponde a questi farmaci, molti recidivano e necessitano di ripetuti cicli di trattamento.

Ad ogni ciclo, i periodi di remissione tendono a diminuire.Non di rado però, i pazienti smettono di rispondere al trattamento o sono costretti ad interromperlo a causa di gravi effetti collaterali.

Secondo i ricercatori, questi effetti collaterali sono il risultato della chemioterapia non in grado di distinguere tra cellule sane e cellule tumorali.

Per queste ragioni, il team di ricerca ha cercato di individuare un trattamento alternativo.

Risultati “notevoli” per idelalsib

Per il loro studio, pubblicato sul The New England Journal of Medicine, i ricercatori hanno testato una combinazione di due farmaci mirati, farmaci che possono attaccare le cellule tumorali senza danneggiare le cellule sane, su 220 pazienti affetti da LLC che non erano in grado di sottoporsi a chemioterapia.

I trattamenti di combinazione sono stati:

  • Rituximab e idelalsib, o
  • Rituximab e una pillola placebo.

I ricercatori hanno scoperto che, rispetto al gruppo che ha ricevuto rituximab e una pillola placebo, i pazienti che hanno ricevuto rituximab e idelalsib hanno evitato la progressione della malattia per un periodo di tempo più lungo.

Durante il monitoraggio dei pazienti sei mesi dopo il trattamento, il 93% dei pazienti che ha ricevuto il trattamento con rituximab e idelalsib non ha sofferto della progressione della malattia, rispetto al 46% dei pazienti che sono stati trattati con rituximab e un placebo.

Inoltre, i ricercatori hanno trovato che l’ 81% dei pazienti ha risposto al trattamento con rituximab e idelalsib, mentre solo il 13% ha risposto al trattamento con rituximab e un placebo.

E 1 anno dopo la linea di base dello studio, il 92% dei pazienti trattati con rituximab e idelalsib erano ancora vivi, rispetto al 80% dei pazienti rituximab e placebo.

Il team di ricerca riferisce sostiene che la combinazione di rituximab e idelalsib si è dimostrata così efficace nei pazienti, che lo studio è stato interrotto precocemente al fine di prescrivere a tutti i pazienti il trattamento.

Commentando i risultati, il Dr. Richard Furman, del Weill Cornell Medical College e ricercatore principale dello studio, dice:

“Abbiamo osservato risposte incredibili nei pazienti che hanno utilizzato idelalisib. Il loro cancro rapidamente si è “sciolto”. Questo tipo di risposta è stata osservata anche nei pazienti che non rispondevano alla chemioterapia “.

Il Dott. Furman osserva che i pazienti chemioterapia-resistenti tendono ad essere i pazienti più difficili da trattare. Ma afferma che anche questi pazienti hanno risposto al trattamento entro 1 settimana.

‘Questi farmaci cambieranno la vita dei pazienti’

Queste nuove scoperte fanno seguito a uno studio clinico di fase II che il team a condotto l’anno scorso, che ha scoperto che ibrutinib – un farmaco mirato per il cancro  – era efficace contro cellule del linfoma mantellare. Si tratta di una rara forma di leucemia.

Il Dott. Furman sta già utilizzato ibrutinib come prima opzione di trattamento per i pazienti affetti da leucemia, permettendo loro di evitare completamente la chemioterapia.

Egli sostiene che queste scoperte più recenti, combinate con la sua ricerca del passato, suggeriscono che ibrutinib e idelalisib possono superare la chemioterapia come opzione di trattamento preferito per la leucemia.

E aggiunge:

“Questi farmaci cambieranno la vita di molti pazienti che potranno evitare la tossicità a lungo termine della chemioterapia che porta ad insufficienza del midollo osseo, infezioni e altri gravi effetti collaterali. Fornire a tutti i pazienti il nuovo trattamento, è il passo successivo”.

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