Uno studio, condotto dai ricercatori della Scuola di Medicina di Perelman presso l’Università della Pennsylvania e presentato al Congresso dell’ American Society of Hematology, mostra che l’utilizzo delle cellule T modificate può migliorare il trattamento delle leucemie e dei linfomi.
Lo studio ha arruolato 10 pazienti adulti con leucemia linfatica cronica e due pazienti pediatrici con leucemia linfoblastica acuta. Dopo la chemioterapia, tutti i partecipanti hanno ricevuto infusioni di cellule T proprie, modificate geneticamente utilizzando un vettore lentivirale derivato dal virus HIV, codificante l’antigene CAR (chimaeric antigen receptor).
Nove dei dodici pazienti affetti da leucemia che hanno ricevuto infusioni di cellule T autologhe modificate geneticamente, hanno risposto al trattamento.
L’antigene CAR espresso sulla superficie dei linfociti T, permette a queste cellule di legarsi e uccidere i linfociti T del paziente che esprimono l’antigene CD19 e che sono responsabili della malattia. Inoltre, una molecola di segnalazione integrata stimola la cellula a produrre citochine che attivano altri linfociti anti CD19.