Immagine: cellule linfocitiche innate scoperte di recente.
Le cellule nervose nell’intestino svolgono un ruolo cruciale nella capacità del corpo di attivare una risposta immunitaria all’infezione, secondo un nuovo studio condotto da scienziati della Weill Cornell Medicine.
Lo studio, pubblicato il 6 settembre in Nature, mostra che il sistema immunitario e il sistema nervoso si sono co-evoluti per rispondere a minacce infettive.
“Il sistema immunitario e il sistema neuronale non agiscono in modo indipendente”, ha affermato David Artis, Direttore dell’Istituto Jill Roberts per la Ricerca sulle Malattie Infiammatorie, in collaborazione con Michael Kors, Professore di Immunologia presso Weill Cornell Medicine.
Il rivestimento dell’intestino è la patria di molte cellule del sistema immunitario che servono come difesa contro i parassiti e altre infezioni, ma è anche ricco di cellule nervose.L’autore principale dello studio, Christoph Klose, ricercatore presso l’Istituto Roberts, ha scoperto che le cellule del sistema immunitario nell’intestino, denominate cellule linfocitiche innate del gruppo 2 (ILC2s), sono intrecciate con le cellule nervose chiamate neuroni colinergici.
“Il nostro organismo è continuamente a contatto con fattori esterni. Le barriere epiteliali come la pelle e la mucosa intestinale costituiscono la prima difesa contro questi elementi. Nella mucosa intestinale, cellule immunitarie specializzate rinforzano attivamente questa barriera ed inducono tolleranza verso il cibo e ed i batteri commensali che abitano la superficie dei nostri intestini. Tra queste cellule immunitarie, un tipo di cellule recentemente scoperte, dal nome cellule linfocitiche innate (ILC) contribuiscono a regolare la risposta immunitaria ed a mantenere l’omeostasi dei tessuti“.
Questo video di Nature riassume i processi nei quali intervengono queste cellule ILC.
La vicinanza delle cellule ILC2 ai neuroni colinergici ha portato i ricercatori a chiedersi se queste cellule potevano comunicare. I ricercatori hanno scoperto che le cellule ILC2 avevano un recettore per una proteina chiamata neuromedina U (NMU) che funge da messaggero per le cellule nervose. Negli esperimenti di laboratorio, i ricercatori hanno scoperto che l’esposizione delle cellule ILC2 a NMU le induce a moltiplicarsi rapidamente e secernere sostanze chimiche chiamate citocine che possono contribuire a scatenare una risposta immunitaria o a causare l’infiammazione.
La somministrazione di NMU ai topi infettati da un parassita intestinale ha provocato una forte risposta immunitaria che ha aiutato i topi ad espellere i parassiti più rapidamente. Al contrario, i topi progettati geneticamente per essere privi del recettore per NMU, erano più suscettibili ai parassiti che si sono moltiplicati rapidamente nei loro intestini.
Lo studio ha dimostrato che le cellule nervose che producono NMU aiutano le cellule ILC2 a rispondere rapidamente ed efficacemente all’infezione.
I risultati di questo studio possono avere implicazioni importanti per i ricercatori che studiano malattie infiammatorie, tra cui l’asma, le allergie alimentari e la malattia infiammatoria intestinale.
Anche se secondo Artis è troppo presto per sostenere che NMU stessa o i suoi recettori potrebbero essere bersagli di trattamento, lo studio di questi percorsi potrebbe portare a potenziali nuove terapie per queste malattie.
“Pensiamo che molteplici patologie croniche infiammatorie potrebbero essere correlate a questo asse neuronale-immunitario“, ha aggiunto Artis.
Fonte: Nature