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Le cellule adipose addominali potrebbero aiutare a combattere la peritonite e la sepsi

Immagine: Peritonite batterica. Public Domain

Le cellule chiave trovate nel tessuto adiposo addominale potrebbero aiutare a combattere le infezioni potenzialmente letali inclusa la sepsi”, suggerisce una ricerca.

Gli esperti affermano che le cellule — situate nella cortina di tessuto che copre l’intestino svolgono un ruolo vitale nel contenere la diffusione della peritonite, che è innescata dall’infezione addominale dopo una perforazione dell’intestino.

Lo studio potrebbe aprire la strada a nuovi trattamenti per combattere la sepsi, che uccide ogni anno oltre 50.000 persone nel Regno Unito ed è la principale causa prevenibile di morte in tutto il mondo.

I risultati dello studio condotto da un team dell’Università di Edimburgo, sono significativi perché la peritonite è la seconda causa principale di sepsi.

Sequenziamento dell’RNA

Gli scienziati hanno utilizzato la nuova tecnologia chiamata sequenziamento dell’RNA a singola cellula e tecniche di imaging per studiare come la peritonite influisce sulla cortina di grasso, chiamata omento. Hanno scoperto un sottotipo di cellule sulla superficie dell’omento che innescano i globuli bianchi, chiamati neutrofili, per catturare eventuali contaminanti presenti nell’addome.

Trattamenti futuri

Gli esperti sperano che lo studio possa portare allo sviluppo di trattamenti futuri. Affermano che i risultati dello studio potrebbero anche aiutare ad affrontare altre condizioni in cui l’omento è importante, come l’endometriosi, le aderenze chirurgiche e le metastasi del cancro ovarico. 

Vedi anche: I probiotici possono causare batteriemia e sepsi in pazienti in condizioni critiche

“La sepsi o setticemia è una sindrome clinica caratterizzata da un’abnorme Risposta Infiammatoria Sistemica (SIRS), messa in atto dall’organismo in seguito al passaggio nel sangue di microrganismi patogeni provenienti da un focolaio sepsigeno. Causa sintomi come mani e piedi freddi, pelle screziata, battito cardiaco accelerato e può portare rapidamente a insufficienza multipla e morte.
Lo studio, pubblicato sulla rivista medica Immunity, è stato finanziato dal Medical Research Council, dalla British Heart Foundation e dal Wellcome Trust.
“Speriamo che questa scoperta di come l’omento organizza la cattura di contaminanti peritoneali possa aiutare ad accelerare lo sviluppo di nuovi trattamenti vitali per i pazienti con peritonite“, ha affermato la Dr.ssa. Cécile Bénézech, del Centro di Scienze Cardiovascolari dell’Università di Edimburgo. “Prevediamo che il nostro studio faciliterà il lavoro per progettare trattamenti mirati che aiutano a ridurre il numero di persone che sviluppano la sepsi e spesso soffrono di effetti permanenti che cambiano la vita”, ha affermato la Dr.ssa Lucy Jackson-Jones, precedentemente all’Università di Edimburgo e ora alla Lancaster University.

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