(Salmonella-Immagine Credit Public Domain).
La Salmonella è un genere di batteri a forma di bastoncello, spesso oggetto di cattiva reputazione grazie alla sua associazione con l’intossicazione alimentare.
Ma la salmonella potrebbe essere anche la nostra alleata nella battaglia contro il cancro?
“Sì”, affermano i ricercatori dell’Università del Missouri, che hanno creato un ceppo di batteri sicuro e geneticamente modificato che attacca selettivamente i tumori e dirige il sistema immunitario del corpo mentre fornisce farmaci antitumorali per eliminare le masse cancerose.
Le analisi microscopiche dei tessuti cancerosi hanno rivelato un fenomeno interessante: le cellule T che dovrebbero distruggere le cellule tumorali invece coesistono pacificamente con loro, scambiando le cellule tumorali per tessuti sani.
“Le cellule normali creano una bandiera molecolare che dice “non mangiarmi” e che viene riconosciuta dalle cellule immunitarie, prevenendo così la distruzione dei tessuti normali”, ha spiegato Yves Chabu, il ricercatore principale dello studio. “Ma alcuni tipi di cancro hanno anche sviluppato la capacità di imitare le cellule normali per produrre questo stesso segnale “non mangiarmi“. Di conseguenza, il sistema immunitario non riesce a riconoscere il cancro come un tessuto difettoso e lo lascia in pace, il che è una cattiva notizia per il paziente“.
Chabu e il suo team hanno ipotizzato che i batteri potrebbero aiutare a smascherare queste pericolose neoplasie che si nascondono in bella vista.
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“Immagina un paziente il cui cancro non risponde alle terapie tradizionali e non ha altre opzioni di trattamento”, ha detto Chabu. “Si può immaginare di modificare geneticamente i batteri in modo tale da poter utilizzare terapie che sfruttano specificamente le vulnerabilità uniche di quel cancro e ucciderlo”. Questa ipotesi ha portato Chabu e colleghi allo sviluppo del ceppo di salmonella chiamato CRC2631 che uccide il cancro. Sorprendentemente, le origini di questa varietà derivano da un campione di salmonella che era stato conservato a temperatura ambiente per oltre 50 anni.
Il team sta ora testando il potenziale del CRC2631 come arma contro i tumori, un enorme passo avanti rispetto agli approcci chemioterapici convenzionali; bombardare il corpo con sostanze chimiche che distruggono in modo non specifico le cellule in divisione genera molti effetti collaterali indesiderati.
Dice Chabu: “Poiché CRC2631 colonizza preferenzialmente le cellule tumorali, l’effetto è principalmente localizzato nel tumore”.
I precedenti tentativi di ingegnerizzare geneticamente specie batteriche in grado di ottenere questa uccisione cellulare specifica per il cancro non hanno sempre avuto successo, con continue lotte intorno alla sicurezza e all’efficacia che ostacolano il progresso.
“L’uso di CRC2631 per progettare e fornire terapie su misura per il paziente predice il potenziale nella medicina di precisione o la capacità di adattare un trattamento a un paziente specifico”, ha detto Chabu, che insieme al suo team, continua a guidare CRC2631 verso la traduzione clinica.
Fonti: University of Missouri, Oncotarget.