La pigrizia uccide quanto molte patologie: per inattivita’ fisica (e le malattie a essa correlate) muoiono ogni anno solo nel nostro paese, circa 28.000 persone, il 5 per cento del totale, mentre per la stessa causa ammontano al 3,1 per cento gli anni di vita in buona salute persi per invalidita’ e morte prematura. Sono i dati allarmanti contenuti nella relazione annuale del ministero della Salute sullo stato sanitario del paese. La pratica dell’attivita’ fisica, si legge nel rapporto, tende a essere associata ad altri tipi di comportamenti salutari come il mangiare sano e il non fumare e puo’ essere adottata per indurre ulteriori cambiamenti nello stile di vita. Nel nostro Paese, secondo i dati Istat relativi al 2008, in Italia il 40,2% della popolazione di eta’ uguale o superiore ai 3 anni dichiara tuttavia di non praticare ne’ attivita’ sportiva ne’ attivita’ fisica nel tempo libero; la sedentarieta’ e’ piu’ frequente tra le donne (45%, contro il 35,3% degli uomini) mentre lo sport sembra essere un’attivita’ prettamente giovanile e maschile. I dati raccolti sul tempo trascorso davanti alla televisione o ai videogiochi e sull’attivita’ fisica praticata dai bambini e adolescenti di eta’ compresa fra i 6 e i 17 anni sono sconfortanti: 1 bambino su 4 pratica sport per non piu’ di un’ora a settimana. Inoltre, la meta’ circa dei bambini ha la Tv in camera e la guarda per 3 o piu’ ore al giorno. Non meno allarmanti i dati sull’alimentazione, nonostante il legame con lo sviluppo di malattie cardiovascolari, tumori, diabete mellito, sovrappeso e obesita’ sia ben noto. Quest’ultima condizione, poi, oltre a essere causa diretta di riduzione della qualita’ della vita per le persone che ne sono affette, rappresenta essa stessa un fattore di rischio per lo sviluppo di malattie cardiovascolari, tumori e diabete. Riguardo alle abitudini alimentari, il 96% degli intervistati Passi (Progressi delle Aziende sanitarie per la salute in Italia), sistema continuo di sorveglianza della popolazione italiana adulta sui principali fattori di rischio comportamentali, ha dichiarato di mangiare frutta e verdura almeno una volta al giorno ma solo il 10% mangia le 5 porzioni raccomandate per un’efficace prevenzione delle neoplasie. L’abitudine a consumare 5 o piu’ porzioni di frutta e verdura al giorno e’ piu’ diffusa tra le persone sopra ai 50 anni, tra le donne (12%), tra le persone con basso livello d’istruzione (10%) e tra le persone obese (12%).
Fonte Ministero della Salute