La cura per i tumori chiamata “Car T” è arrivata in Europa.
L’Agenzia europea per i medicinali infatti, ha autorizzato i primi due farmaci prodotti con la tecnologia Car: Tisagenlecleucel, per il linfoma diffuso a grandi cellule B negli adulti e la leucemia linfatica acuta nei bambini e nei giovani e Axicabtagene ciloleucel, per due forme aggressive di linfoma non Hodgkin. In entrambi i casi i farmaci vanno usati per le forme che non rispondono alle terapie tradizionali.
( Vedi anche:Linfoma non Hodgkin: incoraggianti risultati con l’immunoterapia cellulare con CAR T-cells).
La terapia, messa a punto da Novartis, consiste nel prelevare i linfociti T del paziente, un tipo di cellule del sistema immunitario, modificandoli affinché riconoscano le cellule tumorali e poi reinfondendoli dopo averli fatti replicare.
CAR o recettore chimerico dell’antigene (Chimeric Antigen Receptor) è una proteina ibrida sintetica in grado di riconoscere il tumore e di attivare il linfocita T, uno dei componenti fondamentali del nostro sistema immunitario. La tecnica consiste nell’isolare i globuli bianchi del paziente, selezionare i linfociti T e inserire al loro interno (tramite un vettore virale reso inattivo) il frammento di Dna che reca le informazioni per produrre la proteina ibrida CAR, in modo che i linfociti T comincino a esprimerla sulla loro superficie. A quel punto, le cellule T ingegnerizzate, trasformate in un farmaco vivente personalizzato e potenzialmente in grado di riconoscere e attivarsi contro il tumore, vengono moltiplicate e reinfuse nel paziente. La terapia è una tantum.
Il “farmaco vivente“, così è stato definito, è quindi un recettore che attraversa la membrana cellulare: all’esterno la molecola ha la struttura di un anticorpo che prende di mira in maniera specifica le cellule tumorali, mentre all’interno agisce come un segnale che induce la cellula ad attivarsi contro le cellule tumorali stesse.
Fonte: Ansa