HomeMedicina AlternativaL' equiseto può contrastare gli effetti dannosi dell' osteoporosi

L’ equiseto può contrastare gli effetti dannosi dell’ osteoporosi

L’ equiseto possiede una struttura snella e allungata, simile alla coda di un cavallo, da cui deriva il nome.

Poco amato dagli agricoltori perché difficile da estirpare, l’equiseto è invece apprezzato dalla medicina popolare.In particolare i ramoscelli verdi, raccolti a luglio e fatti essiccare all’aria aperta, costituiscono l’essenza per diversi usi.Essi contengono:

sali minerali (18-20%, abbondante potassio)

silice (5-6% della pianta secca, da qui l’utilizzo dell’equiseto come abrasivo nella lucidatura delle pentole di rame)

acidi organici (vitamina C, acido cinnamico, dicaffeicotartarico, ossalico ed altri)

flavonoidi (in particolar modo l’isoquercetina)

tracce di alcaloidi (equispermina e laustrina)

saponine (circa 8%)

Ha una lunga lista di benefici per la salute sostenuta da una vasta gamma di ricerche da tutto il mondo. La sua forte capacità antiossidante, anti-infiammatori e proprietà antimicrobiche sono state tutte ben documentate nel corso degli anni, ma è soprattutto la sua capacità di riparare e consolidare le strutture ossee che ha a lungo catturato l’attenzione di alcuni scienziati. L’ equiseto può adeguatamente aiutare a superare gli effetti dannosi causati dall’ osteoporosi.

Il Journal of Medicinal Food ha riferito nel 2010 di alcuni esperimenti che hanno confermato che gli estratti di equiseto possono sopprimere la formazione di radicali perossidi lipidici, in altre parole, essi rispondono ai radicali liberi e fondamentalmente li rimuovono dal sistema. Diversi tipi di estratti di equiseto sono stati analizzati, ma si scopre che quelli di acetato di etile hanno mostrato i risultati più promettenti.

L’ equiseto fornisce tanto calcio per le ossa?

Sulla base di studi precedenti, i ricercatori sono giunti alla conclusione che l’ equiseto potrebbero svolgere un ruolo importante nella lotta contro l’osteoporosi. L’intesa di base era che una elevata quantità di silicio contenuto dalla pianta è la ragione principale per il suo impatto positivo sulla densità ossea.
Qualche decennio fa, un biologo francese di nome Louis Kervran ha reso disponibile un’ampia ricerca per spiegare che cosa sono le trasmutazioni biologiche. Riassumendo brevemente, possiamo dire che una trasmutazione biologica consiste nella capacità del corpo di convertire una particolare sostanza in un’altra.

Questo fenomeno potrebbe in parte spiegare perché l’ equiseto ha tali caratteristiche calcifiche, anche se ha molto poco calcio. Circa 50 anni fa, il professor Kervran ha dimostrato che i topi trattati con silicio organico, piuttosto che calcio, avevano ossa che guarivano molto più velocemente. Infatti, i test hanno dimostrato che, alla fine di soli 17 giorni, le fratture ossee erano praticamente tutte riparate con silicio organico, mentre erano solo nelle prime fasi della riparazione con l’uso del calcio. (Rif.: Nature & Progress, Bulletin de l’Association Europeenne d’Agriculture et d’Igiene biologiques, 1965, n.3, p.22) .

L’ equiseto viene utilizzato soprattutto come rimineralizzante dei tessuti e come diuretico.

E’ quindi utile nei casi di demineralizzazione (osteoporosi, artrosi, fratture,unghie e capelli fragili, guarigione dell ferite se usato localmente ecc.).

Svolge un’ azione diuretica utile negli edemi e nella ritenzione idrica sempre grazie al suo contenuto di silice, di potassio e particolari flavonoidi, che favoriscono la diuresi.

Nel mondo vegetale, l’equiseto rappresenta uno dei rimedi più adatti alla rimineralizzazione, dal momento che la sua quantità di silicio è più elevata di quella di altre piante. Non tutto il silicio dell’equiseto è però facilmente assimilabile dall’organismo.

Controindicazioni:

L’equiseto è controindicato per chi soffre di malattie renali e persone con disturbi del ritmo cardiaco. Inoltre, dal momento che contiene nicotina, l’equiseto deve essere evitato dalle persone allergiche a questo alcaloide.

L’equiseto contiene inoltre un componente che consuma la vitamina B1 (tiamina) e quindi il suo uso prolungato è in grado di provocare carenze di B1.

In gravidanza e allattamento l’equiseto non è consigliato, dal momento che sono ben poche le informazioni disponibili sulla sua sicurezza in queste fasi della vita della donna. Anche l’uso di equiseto nei bambini non è indicato.

Le interazioni farmacologiche dell’equiseto riguardano gli effetti sinergici con i medicinali diuretici ( rischio di disidratazione e perdita di potassio). Altre specie di equiseto hanno inoltre dimostrato di provocare ipoglicemia e potrebbero quindi rafforzare l’azione dei farmaci per il il diabete,ma  sull’argomento, non ci sono studi relativi.

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