Una nuova classe di farmaci orali potrebbe aiutare i pazienti con colesterolo alto e che non possono assumere statine a causa di effetti collaterali (come dolore muscolare o interazioni negative con altri farmaci).
Lo studio, pubblicato sul New England Journal of Medicine, è il più grande studio condotto fino ad oggi per testare l’efficacia e la sicurezza dell’acido bempedoico e la sua capacità di inibire nell’organismo la sintesi degli elementi costitutivi del colesterolo.
‘Il nuovo trattamento per ridurre il colesterolo dovrebbe essere aggiunto ai regimi farmacologici esistenti’, dice Kausik Ray dell’Imperial College London’s School of Public Health, che ha guidato lo studio.
Come le statine, l’acido bempedoico agisce bloccando un enzima chiave, l’ATP-citrato liasi, usato dall’organismo per produrre il colesterolo.
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Nell’ultimo studio, un totale di 2.230 pazienti con livelli elevati di colesterolo (almeno 1,8 mmol/L o 70 mg/dl), sono stati arruolati dal Regno Unito, dalla Germania, dalla Polonia, dal Canada e dagli Stati Uniti e sono stati sottoposti a diverse dosi di regimi terapeutici per la riduzione del colesterolo.
Dopo tre mesi di trattamento, i ricercatori hanno scoperto che l‘acido bempedoico riduceva i livelli di colesterolo LDL in media del 18,1% rispetto al gruppo placebo.
In un secondo studio, pubblicato anche sul “New England”, il team ha esaminato i dati di oltre mezzo milione di persone e ha utilizzato marcatori genetici per modellare i probabili effetti del trattamento (bloccando l’azione dell’enzima chiave ATP-citrato liasi) per un periodo più lungo.
I ricercatori hanno scoperto che l’inibizione dell’enzima su una scala temporale più lunga riduceva il rischio di malattie cardiovascolari senza evidenti effetti collaterali.
Ray e colleghi aggiungono: «Uno dei principali vantaggi dell’acido bempedoico è che non dovrebbe causare gli effetti collaterali muscolari segnalati da alcuni utilizzatori delle statine, in quanto è assorbito dal fegato e deve essere convertito nella sua forma attiva tramite un enzima rilevato solo nel fegato. Una volta convertito in forma attiva, il farmaco non può lasciare il fegato, quindi non può entrare nei muscoli».