L’influenza A o H1N1 del 2009 ha ucciso circa 280mila persone per un bilancio totale 15 volte superiore ai dati diffusi dall’OMS, all’epoca della pandemia. Secondo uno studio condotto dalla Direzione Influenza degli US Center for Disease Control and Prevention di Atlanta, pubblicato sulla rivista Lancet Infection Disease, la stima potrebbe arrivare a 579mila decessi. In un primo momento, i dati dell’OMS riferivano circa 18500 decessi causati da H1N1 e confermati dai test di laboratorio. I nuovi numeri sono basati su un modello matematico che tiene conto dei dati di 12 Paesi e confermano che i morti da influenza A sono stati tra i 151.700 a 574.000, concentrandosi per il 59% nel Sud asiatico ed in Africa. Per gli esperti il nuovo bilancio conferma la pericolosità della malattia. Dai dati emerge che l’80% delle vittime erano al di sotto dei 65 anni, mentre la classica influenza stagionale causa il maggior numero di decessi tra gli anziani, con un dato che si aggira tra l’80/90% dei casi. Lo scorso anno, un gruppo di esperti convocato dall’OMS ha elaborato una ricerca dalla quale emerge la cattiva gestione della pandemia da parte dell’ONU che non ha saputo elaborare linee guida corrette ed il cui piano di contrasto è risultato insufficiente. Di contro, l’Europa ha accusato l’agenzia di aver procurato un allarme ingiustificato e bruciato inutilmente enormi quantità di denaro nell’acquisto di vaccini.