Due uomini sono morti a Shanghai dopo essere stati infettati dal virus dell’influenza aviaria, ceppo H7N9, un tipo di virus che non ha mai colpito gli esseri umani prima, secondo quanto riferito dalle autorità sanitarie cinesi.
I due pazienti erano di avevano 87 e 27 anni di età. La Xinhua News Agency ha riportato che il giovane, soprannominato Wu, si è ammalata il 19 febbraio 2013 ed è morto poco più di tre settimane dopo, il 4 marzo. L’uomo più anziano, soprannominato Li, si è ammalato il 27 febbraio ed è morto il 10 marzo. I due figli dell’ anziano paziente si sono ammalati anche loro di influenza e sono stati ricoverati. Il figlio più giovane, di 55 anni, ha sviluppato una grave polmonite ed è morto. Il figlio maggiore,di 67 anni, ha recuperato e non è più in ospedale. Nel frattempo, anche altre persone sono state contagiate dal virus.
Poco si sa su come H7N9 si diffonde tra gli esseri umani
Gli esperti di salute in Cina dicono che non sanno come il ceppo del virus si è diffuso. Essi sono certi che le tre persone infettate non si sono trasmesse H7N9 tra loro. Prove su 88 contatti stretti con le tre persone infette, hanno dimostrato che non c’è stato contagio. La Commissione del National Health and Family Planning in Cina, ha comunicato che i tre pazienti iniziato ad avere tosse e febbre , e che in seguito hanno sviluppato la polmonite e difficoltà respiratorie.La Commissione ha confermato che tutti e tre sono stati infettati con H7N9, un ceppo dell ‘influenza aviaria noto per influenzare gli uccelli, ma non gli esseri umani. L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) fa sapere che non esiste un vaccino per proteggere l’uomo da infezioni H7N9.
H7N9 non sembra essere altamente trasmissibile tra gli uomini
La Commissione ha sottolineato che non ci sono prove che indicano che H7N9 sia altamente trasmissibile da uomo a uomo. Tuttavia, non è possibile trarre conclusioni. Un team di scienziati del CDC (Center for Disease Control and Prevention), sta ora studiando la tossicità e il potenziale contagio umano del virus.Una citazioni in Shanghai Daily di Jiang . Qingwu, preside della Scuola Pubblica di Sanità della Fudan University, dice che “Finora, H7N9 è ancora un virus animale e non è un virus umano” Timothy O’Leary, dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha dichiarato in un’intervista all’ Associated Press :
“Non vi è apparentemente alcuna evidenza di trasmissione da uomo a uomo e la trasmissione del virus sembra essere inefficiente, quindi il rischio per la salute pubblica sembra essere basso.”
A tracciare un primo identikit del nuovo virus H7N1 responsabile dell’influenza aviaria recentemente comparsa nella Cina orientale, sono gli esperti internazionali che lo stanno studiando sul campo.
Il fatto che il virus sia comparso in diverse regioni della Cina lascia pensare che abbia la capacità di diffondersi rapidamente, ma non ci sono ancora dati sufficienti per capire come si sta spostando con l’aiuto degli uccelli.
Il virologo britannico John McCauley, direttore del centro collaborativo sull’influenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) presso il britannico Medical Research Council, rileva che il virus appartiene alla famiglia dei virus influenzali di tipo A ed il suo sottotipo (H7N9) “non aveva mai colpito l’uomo finora”.
Attualmente tutti i casi registrati sono seguiti dai Centri cinesi per il controllo delle malattie e in questo momento il principale obiettivo è sapere se questo virus è in grado di trasmettersi da uomo a uomo.
E’ chiaro comunque che il virus H7N9 è diverso dal celebre H5N1, il virus dell’aviaria da anni nel mirino degli esperti.
Parenti stretti del virus H7N9 hanno invece già colpito l’uomo di recente, nel periodo compreso fra il 1996 e il 2012: si chiamano H7N2, H7N3, e H7N7 e sono comparsi in Olanda, Italia, Canada, Stati Uniti, Messico e Gran Bretagna. E’ la prima volta, dicono gli esperti, che un virus del sottotipo H7 compare in Cina.
Per l’epidemiologo Adrian Sleigh, della Australian National University, nel 2008 sono state pubblicate alcune evidenze che i virus del sottotipo H7 stavano acquisendo la capacità di trasmissione da uomo a uomo.
Tuttavia, al momento non ci sono elementi per considerare il nuovo virus come la possibile origine di una nuova pandemia, ha osservato l’immunologo Robert Booy, dell’università australiana di Sydney. “Finora è improbabile una pandemia legata a questo virus. Sono state registrate alcune mutazioni che suggeriscono la capacità di adattarsi ai mammiferi, tuttavia da qui alla capacità di trasmettersi da uomo a uomo la strada è molto lunga”. Naturalmente, prosegue, “il tasso di mortalità finora registrato è molto elevato”, ma i casi complessivi sono ancora pochi per trarre conclusioni.
Fonti Xinhua News Agency/ANSA