La risposta immunitaria e il sistema linfatico sono fondamentali per la riparazione cardiaca dopo un infarto, secondo uno studio dell’Ann & Robert H. Lurie Children’s Hospital di Chicago e del Feinberg Cardiovascular Research Institute della Northwestern University. Queste informazioni sui meccanismi di base della riparazione cardiaca sono il primo passo verso lo sviluppo di nuovi approcci terapeutici per preservare la funzione cardiaca.
I risultati dello studio sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Investigation.
“Abbiamo scoperto che i macrofagi o cellule immunitarie che si precipitano al cuore dopo un infarto per ‘mangiare’ il tessuto danneggiato o morto, inducono anche il fattore di crescita endoteliale vascolare C (VEGFC) che innesca la formazione di nuovi vasi linfatici e promuove la guarigione”. ha detto il co-autore senior dello studio Edward Thorp, Ph.D., del’ Heart Center presso Lurie Children’s e Professore associato di patologia e pediatria presso la Northwestern University Feinberg School of Medicine. “La nostra sfida ora è trovare un modo per somministrare VEGFC o per convincere questi macrofagi a indurre più VEGFC, al fine di accelerare il processo di riparazione del cuore”.
Le persone che subiscono un infarto sono ad alto rischio di insufficienza cardiaca, nonostante i progressi nei farmaci per ridurre la mortalità. Ciò si verifica in parte perché alcuni macrofagi che arrivano al sito del danno sono proinfiammatori e non inducono VEGFC.
Vedi anche:Colesterolo, infarto e ictus: benefici modesti dalle statine
“È uno scenario del Dottor Jekyll e del signor Hyde, con macrofagi “buoni” che inducono VEGFC e quelli “cattivi” che non lo fanno. Dobbiamo impedire che i macrofagi “cattivi” causino ulteriori danni”, ha affermato il co- autore senior Guillermo Oliver, Ph.D., Direttore del Feinberg Cardiovascular and Renal Research Institute — Center for Vascular and Developmental Biology e Professore di Medicina presso la Northwestern University Feinberg School of Medicine. “Stiamo lavorando per capire di più sulla progressione verso lo scompenso cardiaco dopo un infarto, al fine di intervenire precocemente e ripristinare il corso della riparazione cardiaca”.