Negli individui affetti da lupus, le cellule immunitarie attaccano il corpo e gli organi del corpo come se fossero invasori nemici. Un nuovo studio condotto dalla Yale University descrive come una proteina presente nei batteri comuni innesca quella risposta autoimmune. Il risultato dello studio apre le porte a terapie future mirate ai batteri piuttosto che al sistema immunitario.
( Vedi anche:Il ruolo delle proteine nello sviluppo del lupus).
Per approfondire la comprensione della risposta autoimmune in generale, un gruppo di ricerca guidato da autori co-senior Martin Kriegel e Sandra Wolin, si è concentrato su una proteina, Ro60, che è stata trovata nei pazienti con lupus anche prima che sviluppassero i sintomi. La proteina induce la risposta immunitaria e la produzione di anticorpi. Nello studio, il team di ricerca ha testato campioni di sangue e tessuto da pazienti con la forma più comune della malattia, il lupus sistemico. I ricercatori hanno identificato Ro60 in batteri provenienti da diverse parti del corpo, tra cui la bocca, la pelle e l’intestino ed hanno teorizzato che i batteri attivano una risposta autoimmune, che nel tempo si diffonde per colpire anche i tessuti sani. “Questa catena di eventi porta all’autoimmunità e al lupus in piena regola”, ha detto Kriegel.
“Sono necessarie ulteriori ricerche, ma la nuova intuizione potrebbe portare allo sviluppo di trattamenti personalizzati per le malattie autoimmuni”, ha osservato il ricercatore. “Ad esempio, un farmaco topico potrebbe essere progettato per colpire i batteri della pelle o altri organi in cui si manifesta l’autoimmunità”.