I ricercatori della Johns Hopkins hanno individuato il percorso molecolare che favorisce il ringiovanimento cutaneo.
Vuoi appianare le rughe, cancellare cicatrici e macchie solari e sembrare più giovane? Milioni di americani ogni anno si rivolgono a laser e farmaci da prescrizione per ringiovanire la loro pelle, ma esattamente come funziona il ringiovanimento non è mai stato completamente spiegato.
Ora, i ricercatori della Johns Hopkins hanno scoperto che i trattamenti laser e l’acido retinoico utilizzati per cancellare i segni dell’invecchiamento cutaneo, condividono un percorso molecolare comune. Inoltre, quello stesso percorso è stato anche individuato nei topi quando rigenerano i follicoli piliferi.
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I risultati dello studio sono descritti nel numero del 26 giugno di Nature Communications.
I ricercatori sanno da decenni che i topi – diversamente dagli umani – possono rigenerare i follicoli piliferi dopo una profonda ferita. Recenti studi della Prof. Luisa Garza e altri, hanno scoperto che frammenti di RNA liberi, chiamati RNA a doppia elica non codificanti (dsRNA) possono stimolare questa rigenerazione. Essi ipotizzano che ciò possa essere dovuto al fatto che dsRNA viene rilasciato da cellule danneggiate nel sito di una ferita. Garza e i suoi colleghi erano curiosi di sapere se dsRNA avesse anche un ruolo nei trattamenti di ringiovanimento della pelle come la laserterapia, il microneedling e l’abrasione facciale, che implicano tutti danni temporanei alle cellule della pelle.
Sebbene questi trattamenti siano ben consolidati tra i dermatologi, non è stato chiarito il motivo per cui funzionano.
Il team ha raccolto biopsie da 17 pazienti in cura presso il Johns Hopkins Hospital, per un ringiovanimento cutaneo con laser convenzionale per cancellare elettivamente macchie solari e rughe. Tutti i pazienti erano donne caucasiche con un’età media di 55 anni che avevano eseguito trattamenti su viso e braccia. Le biopsie cutanee sono state raccolte prima del trattamento laser e una settimana dopo la procedura.
Garza ed i suoi colleghi hanno analizzato i livelli di espressione dei geni in ciascun campione e hanno scoperto che i geni coinvolti nel rilevamento del dsRNA e dei geni coinvolti nella produzione dell’acido retinoico naturale della pelle erano tutti espressi a livelli più alti dopo il trattamento laser. Successivamente, i ricercatori hanno trattato cellule isolate della pelle umana con dsRNA sciolto – mimando l’effetto del trattamento laser. La quantità di acido retinoico all’interno delle cellule aumentava di oltre dieci volte. L’acido retinoico prodotto commercialmente è già usato per trattare l’acne, le rughe e le macchie solari.
“Non è un caso che il ringiovanimento cutaneo con laser e acido retinoico siano stati entrambi efficaci trattamenti per l’invecchiamento precoce della pelle, causato dai danni del sole e altre forme di esposizione. Entrambi i trattamenti lavorano con gli stessi percorsi molecolari, ma nessuno lo sapeva fino ad ora”, dice Luisa Garza.
Per rafforzare ulteriormente e capire la connessione, i ricercatori hanno utilizzato i topi. Sapevano che sia nei topi che negli esseri umani, una proteina chiamata recettore toll-like 3 (TLR3) rileva dsRNA. Quando il gruppo di Garza ha progettato topi con la mancanza del TLR3, gli animali non sono più stati in grado di rigenerare i follicoli piliferi dopo una ferita. Ma quando i ricercatori hanno somministrato a questi topi l’acido retinoico, essi hanno riacquistato la capacità di rigenerare i follicoli.
I risultati della sperimentazione indicano un percorso che coinvolge TLR3 che rileva l’RNA a doppio filamento e aumenta la sintesi dell’acido retinoico.
” L’acido retinoico è già un pilastro della riduzione delle rughe, ma nessuno sapeva quale meccanismo molecolare utilizza”, dice Garza. “Ora sappiamo che il danno porta al dsRNA, che porta all’attivazione di TLR3 e alla sintesi dell’acido retinoico”.
“I risultati dello studio potrebbero portare a nuove strategie per ridurre rughe e macchie solari combinando l’acido retinoico e trattamenti laser in nuovi modi”, dice Garza. “E potrebbero anche portare a modi nuovi per rigenerare i follicoli piliferi, così come fanno i topi quando c’è un aumento di dsRNA dopo una ferita”.
“Dopo una bruciatura, gli umani non rigenerano le strutture come i follicoli piliferi e le ghiandole sudoripare che erano lì”, dice Garza. “È possibile, alla luce di queste nuove scoperte, che l’RNA a doppio filamento possa migliorare l’aspetto delle cicatrici da ustioni“.