Dal punto di vista etico, la domanda più urgente è: uno screening basato su biopsia liquida e campioni di sangue può aprire una porta per la prevenzione del cancro al pancreas, anche se la morbilità e la letalità degli attuali interventi chirurgici sono ancora molto elevate?
In analogia con la descrizione originale dei riscontri incidentali nella ghiandola surrenale da cui è stato coniato il termine “incidentaloma”, le lesioni pancreatiche riscontrate casualmente sono chiamate “incidentalomi pancreatici”. Si possono distinguere due tipi di riscontri incidentali: (1) riscontri che vengono alla luce durante un esame di routine o preventivo mentre il paziente è privo di sintomi e (2) riscontri incidentali che emergono durante procedure diagnostiche intraprese per chiarire una malattia durante l’indagine di diversi sintomi.
Negli ultimi due decenni, il significato del termine incidentaloma è cambiato profondamente. Solo 15 anni fa, l’incidentaloma poteva ancora essere definito come “risultati incidentali quando si utilizza l’imaging moderno ad alta risoluzione”. Oggi, l’attenzione per i risultati incidentali si è spostata su mutazioni e predisposizioni genetiche. Da un punto di vista legislativo, i risultati incidentali sono definiti come “un risultato di esami medici nel contesto di diagnosi e ricerca, che non sono correlati alla domanda originale e che possono avere un impatto sulla salute di un individuo o dei suoi familiari“.
Nelle sue linee guida, l’American College of Genetics and Genomics ha incluso anche termini come risultati “fortuiti e iatrogeni”, “risultati secondari non incidentali”, “risultati imprevisti” e “risultati fuori bersaglio”. Tutti i termini sono formulati dal punto di vista del diagnostico, il che conferisce loro effettivamente un tocco fortuito. I pazienti sembrano preferire il termine più neutro “risultati aggiuntivi”. In conclusione, non esiste al momento una definizione comune di incidentaloma pancreatico. Come minimo comune denominatore, si può citare un riscontro incidentale, effettuato in occasione di un’indagine non diretta al pancreas.
Pertanto, la vera prevalenza degli incidentalomi pancreatici non può essere determinata esattamente ed è influenzata dal metodo di rilevamento, ovvero dalla modalità di imaging (ultrasuoni, TC, RM) rispetto all’autopsia. Per tutti gli studi, la dimensione di riferimento, il denominatore, è il problema. Mentre gli studi autoptici all’epoca in cui praticamente tutti venivano esaminati suggerirebbero un vero denominatore, questo sarebbe vero principalmente per quei pazienti che muoiono in ospedale con lesioni facilmente rilevabili.
In una recente ricerca pubblicata su eGastroenterology, il Dott. J-Matthias Löhr e i suoi colleghi forniscono un’analisi approfondita dei metodi diagnostici per l’incidentaloma pancreatico, ovvero reperti incidentali spesso rilevati durante scansioni di diagnostica per immagini destinate ad altre condizioni.
Queste lesioni pancreatiche, che variano in gravità, possono occasionalmente segnalare un cancro al pancreas nelle sue fasi iniziali. Tuttavia, i metodi tradizionali, tra cui la risonanza magnetica e la TAC, sono limitati dall’invasività, dal costo e dalla sensibilità variabile ai cambiamenti pancreatici precoci.
La ricerca evidenzia il potenziale della biopsia liquida, un test minimamente invasivo che analizza il sangue per rilevare il DNA tumorale circolante, le predisposizioni genetiche e i biomarcatori specifici del cancro.
“La biopsia liquida è promettente per lo screening, specialmente in individui asintomatici, poiché apre la possibilità di rilevare marcatori genetici e cellule tumorali circolanti“, osserva il Dott. Löhr. “A differenza dell’imaging tradizionale, che richiede attrezzature e competenze specifiche, la biopsia liquida potrebbe diventare uno strumento ampiamente accessibile per la diagnosi precoce“.
Poiché il cancro al pancreas è uno dei tumori più letali, la capacità di individuare precocemente le lesioni potrebbe salvare vite, soprattutto dati gli alti tassi di mortalità della malattia. “Il nostro lavoro suggerisce che l’integrazione della biopsia liquida con gli attuali strumenti diagnostici potrebbe consentirci di intervenire prima, migliorando in ultima analisi i risultati per i pazienti“, aggiunge il Dott. Löhr.
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Oltre alle intuizioni tecniche, lo studio esamina anche le dimensioni etiche di tali riscontri incidentali, che possono causare ansia al paziente e richiedere una gestione clinica sensibile. Il team sottolinea l’importanza di linee guida chiare per affrontare i riscontri incidentali in un modo che bilanci l’utilità diagnostica con il benessere del paziente.
Fonte Gastroenterology