“ Il grasso bruno è scarsamente presente nel nostro organismo. Si trova in piccoli depositi localizzati tra il collo e le spalle e sembra essere quasi del tutto assente nelle persone obese. Anche il grasso bruno immagazzina i trigliceridi, ma ha un diverso meccanismo di rilascio. Il grasso bruno si attiva in seguito ad una stimolazione ben precisa, non collegata alla richiesta di energia da parte dell’organismo. Le cellule di grasso bruno rilasciano l’energia accumulata quando il corpo è in condizioni di particolare stress termico. In particolare, l’attività di questo grasso sembra essere collegata al controllo della temperatura corporea.
Un’altra caratteristica importante del grasso bruno è che sembra essere in grado di regolarizzare il metabolismo in seguito ad una assunzione eccessiva di cibo. Quando assumiamo troppe calorie infatti, la nostra temperatura corporea subisce sempre una variazione. Il grasso bruno rilascia quindi energia per regolarizzare nuovamente l’equilibrio dell’organismo, bruciando di fatto ulteriori calorie”.
I ricercatori del Garvan Institute of Medical Research di Sydney hanno misurato l’attività del grasso bruno e i livelli di glicemia in tempo reale, in alcuni partecipanti allo studio e hanno scoperto che gli individui con più grasso bruno hanno minori fluttuazioni dei livelli di zucchero nel sangue.
La scoperta apre nuove strade per le terapie del diabete che hanno come target il grasso bruno.
L’incidenza del diabete di tipo 2, che si caratterizza per la glicemia alta, sta raggiungendo proporzioni epidemiche in tutto il mondo. Vi è la necessità di nuove informazioni su come i livelli di zucchero nel sangue possono essere controllati, al di là dei meccanismi azionati da terapie attualmente disponibili.
Ora, i ricercatori della Garvan hanno dimostrato che il grasso bruno può aiutare a ridurre al minimo le fluttuazioni delle concentrazioni di zucchero nel sangue (glicemia), negli adulti.
Il loro lavoro è stato pubblicato oggi, sulla prestigiosa rivista Cell Metabolism .
A differenza del grasso bianco, che immagazzina l’energia, il grasso bruno brucia energia – spesso in straordinariamente grandi quantità e si comporta come un generatore di calore, contribuendo a tenerci caldi e bruciare i grassi.
Il Dottor Paul Lee e Jerry Greenfield della Garvan’s Diabetes and Metabolism Division, si sono a lungo interessati al ruolo del grasso bruno nel diabete.
Il Dr Lee dice: ” Il grasso bruno utilizza così tanto glucosio che ci siamo chiesti se poteva influenzare la concentrazione di glucosio nel sangue e se, di conseguenza, terapie mirate potevano aiutare a controllare il diabete. In precedenza, abbiamo dimostrato che gli individui con grandi depositi di grasso bruno tendono ad essere magri e hanno una minore concentrazione di glucosio nel sangue e ora, abbiamo scoperto un potenziale legame tra l’attività del grasso bruno e le variazioni di glucosio nel sangue”.
Il gruppo di ricerca ha studiato un gruppo di 15 adulti sani per oltre 12 ore ed ha scoperto che i livelli di glucosio nel sangue e la produzione di calore da grasso bruno erano strettamente correlati.
È importante sottolineare che i partecipanti che avevano più grandi depositi di grasso bruno hanno avuto meno fluttuazione dei livelli di glucosio nel sangue e che il glucosio nel sangue è diminuito dopo ogni picco di picco di attività del grasso bruno.
Al contrario, gli individui con poco grasso bruno rilevabile, hanno avuto più ampie fluttuazioni dei livelli di glucosio nel sangue.
il Dr Lee dice: ” I nostri risultati indicano che il grasso bruno potrebbe agire come un ‘regolatore del glucosio’, diminuendo le sue variazioni nel sangue e potenzialmente diminuendo stress metabolici che potrebbero aumentare il rischio di diabete”.
Lo studio ha utilizzato una tecnica semplice e non invasiva per misurare l’attività del grasso bruno: un piccolo termometro posta sopra la clavicola dei partecipanti.
Il Dr Lee dice: “Il grasso bruno si trova appena sotto la pelle e si riscalda quando è attivo. Quindi, la misurazione della temperatura cutanea della clavicola può permettere di stimare l’attività del grasso bruno. Questa è la prima volta che siamo stati in grado di stimare contemporaneamente l’ attività del grasso bruno e le variazioni dei livelli di glucosio, in tempo reale”.
I ricercatori hanno anche fatto un’osservazione interessante: hanno osservato l’attività grasso bruno all’alba, ossia al risveglio dei partecipanti. Il Dr Lee dice: “Abbiamo ipotizzato che l’incremento di temperatura del primo mattino può avere un’origine evolutiva. Il calore avrebbe preparato i nostri antenati alla caccia e ad affrontare il freddo all’inizio della giornata”.
Secondo il ricercatore, le terapie a base di grasso bruno sono potenzialmente promettenti nella lotta contro il diabete in futuro, ma sollecita anche cautela.
“Il grasso bruno è interessante e promettente, ma non è la soluzione per trovare una cura per il diabete, almeno non per ora Una dieta equilibrata ed esercizio fisico regolare sono i capisaldi del metabolismo sano e questo non deve essere dimenticato”.
Fonte: Medicalxpress