Immagine, le mutazioni genetiche causate da terapie antitumorali hanno un modello caratteristico, chiamato firma mutazionale. I ricercatori dell’IRB di Barcellona hanno identificato queste impronte genetiche e per la prima volta sono stati in grado di calcolare la tossicità genetica di alcuni di questi trattamenti. Credito: Claudia Arnedo, IRB Barcelona.
Vivere implica un cambiamento. Questo è ciò che accade alle cellule del nostro corpo quando invecchiamo: accumulano alterazioni genetiche, la maggior parte delle quali innocue. Tuttavia, in alcuni casi specifici, queste mutazioni possono influenzare determinati geni e possono portare allo sviluppo del cancro. La fonte di queste alterazioni può essere esogena (ad es. radiazione solare, fumo di tabacco o alcune sostanze tossiche) o endogena (ad es. errori nell’elaborazione del DNA).
Le chemioterapie hanno rivoluzionato il trattamento del cancro, consentendo la sopravvivenza di un gran numero di pazienti. Alcune di queste terapie uccidono le cellule tumorali danneggiando il loro DNA. Tuttavia, questi farmaci possono anche danneggiare le cellule sane del paziente, spiegando così i loro effetti collaterali.
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“È importante ricordare che le chemioterapie sono altamente efficienti per il trattamento del cancro”, afferma Oriol Pich, Ph.D. studente dell’IRB di Barcellona e primo autore dello studio. “Ma in alcuni pazienti sono stati riportati anche effetti collaterali a lungo termine. Lo studio delle mutazioni del DNA che si verificano nelle cellule a seguito di chemioterapie è il primo passo verso la comprensione della relazione tra queste mutazioni e gli effetti collaterali a lungo termine di questi trattamenti”.
Per realizzare lo studio, la Hartwig Medical Foundation nei Paesi Bassi ha fornito agli scienziati le sequenze dei tumori metastatici di circa 3.500 pazienti e informazioni sui trattamenti che hanno ricevuto. Utilizzando tecniche bioinformatiche, il gruppo di López-Bigas è stato in grado di identificare un modello specifico di mutazioni nei tumori metastatici dei pazienti per ciascuna delle terapie più utilizzate: la loro “impronta mutazionale”.
“Una volta identificata questa” impronta “, possiamo quantificare le mutazioni del DNA che sono state causate da ogni tipo di chemioterapia, nonché quelle causate da combinazioni di trattamenti”, spiega López-Bigas. “Abbiamo confrontato questi numeri con le alterazioni genetiche causate da processi endogeni naturali. Abbiamo calcolato che, durante il trattamento, alcune di queste chemioterapie causano mutazioni del DNA a una velocità 100 volte maggiore di ciò che normalmente si verifica in una cellula”.
Questa conoscenza consentirà l’ottimizzazione dei trattamenti contro il cancro. “L’obiettivo è massimizzare gli effetti benefici delle chemioterapie distruggendo le cellule tumorali, minimizzando al contempo il numero di mutazioni causate nelle cellule sane dei pazienti. Ciò si potrà ottenere attraverso un’attenta combinazione di dose e durata del trattamento“, afferma López-Bigas.
Fonte, Nature