HomeAlimentazione & BenessereI polifenoli svolgono un ruolo nei disturbi neurodegenerativi?

I polifenoli svolgono un ruolo nei disturbi neurodegenerativi?

(Polifenoli-Immagine Credit Public Domain).
Negli ultimi decenni, numerosi studi hanno fornito prove coerenti e convincenti del fatto che l’adozione di modelli alimentari sani a base vegetale è una strategia preziosa per ridurre il rischio della maggior parte delle malattie non trasmissibili.
 Diversi fattori, tra cui la scarsa assunzione di alimenti di origine vegetale, accompagnati dal consumo eccessivo di prodotti di origine animale, si sono dimostrati responsabili della mortalità e degli anni di vita persi a causa di malattie cardio-metaboliche e di alcuni tipi di cancro. Tra i fattori benefici più importanti, l’assunzione di nutrienti essenziali e fibre è certamente il più studiato e, in modo abbastanza convincente, un fattore responsabile dei benefici dell’adozione di modelli alimentari principalmente a base vegetale.
Tuttavia, prove emergenti suggeriscono che altri fattori, come il contenuto dietetico in polifenoli, potrebbero essere importanti quanto le suddette caratteristiche dietetiche nella prevenzione dei disturbi cardio-metabolici e nel prolungamento della durata della vita. Una caratteristica chiave alla base dei benefici di questi gruppi eterogenei di molecole è la loro diversità chimica, che fornisce una varietà di meccanismi di azione che si traducono in una moltitudine di potenziali bersagli per la salute.
Tra le aree di ricerca più recenti, è di grande interesse la potenziale azione dei polifenoli nel sistema nervoso centrale e nelle malattie correlate, comprese le malattie neurodegenerative.
 La dieta è stata correlata a importanti cambiamenti nella salute del cervello, con polifenoli e microbiota intestinale potenzialmente coinvolti nel processo. I meccanismi suggeriti di azione dei polifenoli nel contrastare i disturbi neurodegenerativi gettano le basi per i meccanismi fisiopatologici che promuovono tali condizioni. Infatti, è stato ipotizzato che la maggior parte delle malattie neurodegenerative possa essere promossa o aggravata dalla neuroinfiammazione, con conseguente alterazione di alcune aree, strutture e funzionalità del cervello. L’infiammazione porta alla produzione di mediatori infiammatori (cioè citochine) con effetti neurotossici. A livello cellulare, lo stress ossidativo generato dall’attivazione delle vie infiammatorie, che porta al danno e alla disfunzione mitocondriale, sembra potenzialmente avere un ruolo importante nella degenerazione neuronale e nella promozione delle malattie neurodegenerative.
In questo contesto, i fattori ambientali possono influenzare l’instaurarsi dei meccanismi neuroinfiammatori che sono alla base di uno dei processi patogenici delle malattie neurodegenerative. Tra gli altri, i ricercatori hanno fornito prove meccanicistiche crescenti che potenzialmente spiegano come la dieta può influenzare il cervello umano. Per quanto riguarda i polifenoli, sono stati segnalati diversi meccanismi che descrivono i potenziali effetti di tali molecole sul cervello umano.
Nel numero speciale intitolato “Polyphenols and Polyphenol-Rich Foods in Neurodegenerative Disorders“, vengono pubblicati diversi articoli che forniscono ulteriori prove sul potenziale ruolo dei polifenoli nella salute del cervello. Al-Musharaf et al. hanno studiato l’associazione tra i polifenoli della dieta e la qualità del sonno in 92 giovani donne normopeso e obese, riportando che solo una maggiore assunzione di polifenoli e la valutazione del modello di omeostasi dell’insulino-resistenza (HOMA-IR) erano inversamente associate a una scarsa qualità del sonno (senza risultati significativi per altri biomarcatori nutrizionali).
Altri due studi hanno fornito approfondimenti da modelli animali sulle malattie di Parkinson e Alzheimer. Witucki et al. hanno mostrato gli effetti neuroprotettivi del trattamento con succo di mirtillo rosso in un modello di ratto della malattia di Parkinson influenzando vari meccanismi, tra cui la riduzione dell’accumulo di α-sinucleina, l’espressione di Bax e della caspasi-9 scissa/attiva e la normalizzazione del livello di citocromo c.
L’altro studio su modelli animali di Igarashi ha coinvolto topi con senescenza accelerata a cui sono stati somministrati matcha e matcha decaffeinato, con conseguente regolazione dell’espressione di diverse proteine ​​potenzialmente coinvolte nelle malattie di Parkinson e Alzheimer. 
Gli altri studi pubblicati nel numero speciale hanno fornito due importanti panoramiche sui polifenoli del tè, inclusi gli acidi fenolici, nell’invecchiamento cerebrale e nei disturbi cognitivi, evidenziando la descrizione dei meccanismi alla base dell’inibizione dei processi neuroinfiammatori e della prevenzione degli effetti degenerativi nell’invecchiamento cerebrale.
Nel complesso, il numero speciale fornisce spunti interessanti sul ruolo di alcuni polifenoli, in particolare polifenoli sottovalutati come gli acidi fenolici e sulla salute del cervello per la prevenzione delle malattie neurodegenerative. Ulteriori studi sono incoraggiati per esplorare ulteriormente questo argomento di ricerca e ampliare il campo di esplorazione dei polifenoli sui benefici per il cervello umano.
Fonte:Nutrients

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