Un nuovo test è stato in grado di misurare per la prima volta, l’accumulo di una proteina mutante dannosa chiamata huntingtina nel sistema nervoso dei pazienti, durante la progressione della malattia di Huntington (HD).
I risultati della ricerca sono stati pubblicati sul Journal of Clinical Investigation. Secondo il team di ricerca, il nuovo test permetterà la sperimentazione di farmaci che mirano a ridurre la produzione della proteina huntingtina mutata patogena che causa la malattia e potrà essere utile per prevedere o monitorare la progressione della malattia di Huntington.
Un team internazionale di scienziati dell’University College di Londra, IRBM Promidis, University of British Columbia e CHDI Foundation ha sviluppato il nuovo test ultra-sensibile grazie al Singulex SMC Technology Erenna Immunoassay system. Esso è in grado di rilevare la proteina huntingtina mutata nel liquido cerebrospinale (CSF) dei pazienti affetti da malattia di Huntington (HD) e tra pazienti che sono portatori della mutazione HD, ma non hanno ancora sviluppato i sintomi. Il test, combina anticorpi fluorescenti con una camera di rilevamento laser per contare le singole molecole di huntingtina mutante.
La scoperta del team di ricerca è stata convalidata in campioni di CSF da due diversi gruppi di volontari a Londra e Vancouver.
CSF è un chiaro fluido prodotto dal cervello che può essere raccolto attraverso una puntura lombare. CSF è usato anche nella diagnosi di altre malattie neurodegenerative come il morbo di Alzheimer e di Parkinson, ma fino ad ora la proteina che provoca HD non era mai stata rilevata nel liquido cerebrospinale..
“Pensiamo che l’huntingtina mutata sia rilasciata nel liquor dalle cellule stesse del cervello che essa sta uccidendo e riflette il danno che la proteina sta facendo nel sistema nervoso umano vivente”, ha detto il dottor Edward Wild della UCL Institute of Neurology.
Oltre a rilevare la proteina per la prima volta, i ricercatori hanno scoperto che il livello di huntingtina mutante era maggiore nei volontari con malattia più avanzata, ma c’è di più, la concentrazione di huntingtina mutata predice la gravità dei sintomi nei pazienti.
“Non abbiamo ancora i trattamenti che possono rallentare la progressione della malattia di Huntington, ma la misurazione della proteina mutata nel liquido cerebrospinale potrebbe guidare le decisioni cliniche, comela scelta del momento migliore per iniziare un trattamento”, ha detto il dottor Douglas Macdonald della CHDI. “Misurare la quantità di huntingtina può anche essere un biomarker essenziale per le prossime sperimentazioni di nuove terapie per la condizione”.
Il 2015 vedrà l’inizio della prima sperimentazione clinica umana di silenziamento genico che mira in particolare a ridurre la produzione di huntingtina mutata nel cervello dei pazienti HD. Essere in grado di rilevare e misurare la quantità di proteina huntingtina mutante presente nel sistema nervoso dei pazienti, sarà un modo utile per vedere se il farmaco per il silenziamento genico colpisce il bersaglio e ha l’effetto desiderato. Nel frattempo, questa nuova tecnica sarà uno strumento prezioso per aiutare i ricercatori a studiare gli effetti di questa malattia devastante nel sistema nervoso vivente.
Fonte
- Edward J. Wild, Roberto Boggio, Douglas Langbehn, Nicola Robertson, Salman Haider, James R.C. Miller, Henrik Zetterberg, Blair R. Leavitt, Rainer Kuhn, Sarah J. Tabrizi, Douglas Macdonald, Andreas Weiss. Quantification of mutant huntingtin protein in cerebrospinal fluid from Huntington’s disease patients.Journal of Clinical Investigation, 2015; DOI: 10.1172/JCI80743