Uno studio dell’Università di Uppsala con oltre 325.000 partecipanti, mostra che il grasso addominale contribuisce allo sviluppo di diabete e malattie cardiovascolari, soprattutto nelle donne.
Inoltre, gli scienziati hanno studiato come i geni influenzano l’accumulo di grasso nell’addome e presentano un modo semplice per rilevarne la quantità.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature.
” Per misurare la quantità di grasso viscerale, sono necessarie tecniche di imaging diagnostico. Abbiamo sviluppato un metodo semplice che invece stima la quantità di grasso viscerale, grazie ad altri parametri più facilmente misurabili rispetto al grasso viscerale stesso. Il metodo può essere utilizzato nella maggior parte delle cliniche”. afferma Torgny Karlsson, statista presso il Dip. di immunologia, genetica e patologia dell’Università di Uppsala e uno dei principali ricercatori dello studio.
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” Siamo rimasti sorpresi dal fatto che il grasso viscerale fosse più fortemente legato al rischio di diabete e malattie cardiovascolari nelle donne rispetto agli uomini”, afferma Asa Johansson, Professore associato di epidemiologia molecolare presso il Dip. di immunologia, genetica e patologia, Science for life Laboratory all’Università di Uppsala.
” L’aumento di 1 Kgr. di grasso viscerale può aumentare il rischio di diabete di tipo 2 di più di sette volte nelle donne, mentre la stessa quantità aumenta il rischio di poco più di 2 volte negli uomini”, afferma il ricercatore.
Gli scienziati hanno anche scoperto che il rischio di malattia aumenta più rapidamente nelle persone con piccole o moderate quantità di grasso viscerale profondo, ma non aumenta altrettanto nelle persone con grandi quantità di grasso nell’addome.
” Gli effetti non lineari come questo, sono molto interessanti da studiare e possono aiutarci a comprendere la biologia alla base del legame tra grasso viscerale e malattia”, afferma il Dr. Karlsson.
Gli scienziati hanno inoltre trovato più di 200 geni che influenzano l’accumulo di grasso nell’addome. Tra questi c’è una grande quantità di geni che sono collegati al comportamento, il che suggerisce che il principale contribuente all’obesità addominale, è dopo tutto, che mangiamo troppo e ci esercitiamo troppo poco.
Tuttavia, ci sono differenze individuali nel modo in cui il grasso viene distribuito nel corpo e una persona che non sembra essere in sovrappeso potrebbe aver accumulato una dannosa quantità di grasso viscerale.
” I risultati di questo studio potrebbero consentirci di semplificare le misurazioni del grasso addominale e quindi di identificare più facilmente le persone a rischio di diabete e malattie cardiovascolari”, afferma il Dr. karlsson.
Fonte, Nature