L’acalasia è una malattia rara – colpisce 1 su 100.000 persone – caratterizzata da una perdita di cellule nervose nella parete esofagea. Mentre la sua causa rimane sconosciuta, un nuovo studio condotto da un team di ricercatori della KU Leuven in Belgio, l’Università di Bonn in Germania e in altre istituzioni europee conferma per la prima volta, che acalasia è di origine autoimmune.
Lo studio, pubblicato il 6 luglio in Nature Genetics, è un passo importante per svelare la misteriosa malattia.
Quando ingeriamo il cibo, uno sfintere dell’esofago inferiore si apre, permettendo al cibo di entrare nello stomaco. Le cellule nervose nella parete esofagea controllano l’apertura e la chiusura di questo sfintere, ma nelle persone con acalasia, queste cellule nervose gradualmente scompaiono. Senza queste cellule, lo sfintere esofageo non riesce a rilassarsi, l’accumulo di cibo nell’esofago. Ciò si traduce in problemi di deglutizione, rigurgito, vomito, tosse notturna, dolore toracico e perdita di peso.
Poichè si sa così poco circa acalasia, i trattamenti attuali sono limitati ad estende lo sfintere esofageo endoscopicamente con un palloncino o chirurgicamente. Questi trattamenti possono aiutare ad alleviare i sintomi della malattia, ma non affrontano la causa.
I ricercatori hanno a lungo sospettato che una risposta autoimmune è alla radice della malattia, ma una spiegazione d questa ipotesi rimane inafferrabile.
Una possibile spiegazione è che le cellule nervose esofagee sono mirate dalle difese del corpo a causa di una risposta immunitaria ad una infezione virale e per errore il sistema immunitario attacca le cellule nervose anzichè il virus.
Rischio genetico
Sulla base dei loro risultati, i ricercatori pensano che la genetica possa giocare un ruolo più importante di quanto si pensasse nel determinare chi è a rischio di acalasia. Poiché la malattia è così rara, precedenti studi genetici sono stati troppo piccoli (meno di 300 pazienti) per trarre conclusioni significative.
Insieme ai colleghi tedeschi, i ricercatori della KU Leuven hanno studiato il DNA di 1.506 pazienti affetti da acalasia e 5.832 volontari sani provenienti dall’ Europa centrale e meridionale. Lo studio è il primo studio sistematico di associazione genome-wide e acalasia e coinvolge il più grande gruppo mai analizzato.
I ricercatori hanno realizzato la genotipizzazione di 196.524 piccole differenze – chiamate polimorfismi a singolo nucleotide o SNP immuno-correlate, nel DNA delle persone con acalasia e hanno confrontato i risultati con il DNA dei volontari sani. 33 SNPs sono state associate con acalasia.
Sorprendentemente, tutte le 33 SNPs erano situate nel cosiddetto ‘complesso maggiore di istocompatibilità’ (MHC) regione del cromosoma 6, la regione più densa di geni nel genoma umano. Questa regione è nota anche per essere associata con altre malattie autoimmuni, inclusa la sclerosi multipla, diabete di tipo 1 e lupus.
Questa evidenza è stato sufficiente ai ricercatori, per confermare che l’ acalasia è di per sé una malattia autoimmune.
I ricercatori hanno inoltre evidenziato una determinata stringa di aminoacidi inseriti nel DNA di persone con acalasia, ma non nei controlli. La stringa, lunga 8-ammino acidi, si trova nella coda citoplasmatica di HLA DQβ1. Andando avanti, i ricercatori esamineranno gli effetti funzionali di questi aminoacidi in più – nella speranza di trovare la causa, e infine la cura, di questa malattia enigmatica.
Fonte http://www.kuleuven.be/english/news/mysterious-esophagus-disease-is-autoimmune-after-all