Gli scienziati hanno prodotto con successo, tessuto renale umano all’interno di un organismo vivente, in grado di produrre urina, una straordinaria novità per la scienza medica.
Lo studio, condotto dai Professori Sue Kimber e Adrian Woolf dell’Università di Manchester, rappresenta una pietra miliare significativa nello sviluppo di nuovi trattamenti per le malattie renali.
Il progetto finanziato dal Medical Research Council e dal Kidney Research UK è stato pubblicato sulla rivista Stem Cell Reports.
Parti microscopiche di organi del rene –glomeruli-costituenti dell’organo– sono state generate da cellule staminali embrionali umane coltivate in piatti di coltura di laboratorio contenenti una soluzione nutriente nota come terreno di coltura e molecole per promuovere lo sviluppo dei reni .
La soluzione, combinata con una sostanza simile al gel che fungeva da tessuto connettivo naturale, è stata poi iniettata sotto la pelle dei topi.
Dopo tre mesi, un esame del tessuto ha rivelato che i nefroni, le microscopiche unità strutturali e funzionali del rene, si erano formati.
Le nuove strutture contenevano la maggior parte dei costituenti dei nefroni umani, compresi i tubuli prossimali, i tubuli distali, la capsula di Bowman e il Loop di Henle.
Piccoli vasi sanguigni umani – noti come capillari – si sono sviluppati all’interno dei topi e nutrivano le nuove strutture renali.
Tuttavia, i mini-reni mancano di una grande arteria e senza di essa la funzione dell’organo sarà solo una “frazione del normale”.
Quindi, i ricercatori stanno lavorando con i chirurghi per inserire un’arteria che porterà più sangue al nuovo rene.
Per testare la funzionalità delle nuove strutture, il team ha usato Dextran, una proteina fluorescente che colora la sostanza simile all’urina prodotta quando i nefroni filtrano il sangue, chiamato filtrato glomerulare.
Il Dextran è stato localizzato e rilevato nei tubuli delle nuove strutture, dimostrando che il filtrato veniva effettivamente prodotto ed espulso come urina.
“Abbiamo dimostrato oltre ogni dubbio, che queste strutture funzionano come cellule renali filtrando il sangue e producendo urina, anche se non possiamo ancora dire quale percentuale di funzione esiste”, ha affermato il Professor Kimber.
( Vedi anche: Presto i pazienti emodializzati potranno utilizzare un rene artificiale indossabile).
“Ciò che è particolarmente eccitante è che le strutture sono costituite da cellule umane che hanno sviluppato un eccellente apporto di sangue capillare, diventando collegate alla vascolarizzazione del topo. Sebbene questa struttura sia stata formata da diverse centinaia di glomeruli e gli esseri umani ne abbiano circa un milione nei reni, questo è chiaramente un progresso importante. Costituisce una prova di principio, ma molto lavoro deve ancora essere fatto”.
Il Professor Woolf, che è anche consulente in Nefrologia Pediatrica presso il Royal Manchester Children’s Hospital dell’Università di Manchester, NHS Foundation Trust, ha dichiarato: “In tutto il mondo, due milioni di persone vengono trattate con dialisi o trapianti per insufficienza renale e purtroppo altri due milioni muoiono ogni anno. Quindi siamo estremamente entusiasti di questa scoperta, riteniamo che sia una grande pietra miliare della ricerca che un giorno potrà aiutare i pazienti. Tuttavia, c’è ancora molto da imparare: basandoci sulla nostra generazione di unità di filtrazione del rene, dobbiamo ora dedicarci allo sviluppo di una via d’uscita per l’urina e un modo per fornire questa tecnologia ai reni malati”.
Fonte: Stem Cell Reports