Tasso di divorzi quasi doppio tra le persone con artrite reumatoide rispetto alle persone non malate: oltre le sofferenze la solitudine.
“Difficile come bere un bicchiere d’acqua” è la campagna di sensibilizzazione A.P.MA.R., Associazione Persone con Malattie Reumatiche – quasi un grido – lanciata in occasione della Giornata Mondiale delle malattie reumatiche che si celebra venerdì 12 ottobre. “L’obiettivo, annuncia, Antonella Celano, Presidente A.P.MA.R., e’ duplice: da un lato far conoscere i rischi legati alle malattie reumatiche e la necessità di accedere il più precocemente possibile al parere del reumatologo e alle terapie più appropriate, dall’altro sensibilizzare le Istituzioni affinché vengano rimossi i tanti intoppi burocratici che costellano il già difficile percorso per le cure”.
“La nostra intenzione – prosegue Antonella Celano, è quella di portare all’attenzione delle Istituzioni e dell’opinione pubblica le quotidiane difficoltà che devono affrontare le persone colpite da queste malattie. Ad esempio, pochi sanno, che le malattie reumatiche sono una delle principali cause di divorzio in Italia”.“Uno studio condotto nel 2009 su donne affette da artrite reumatoide, riferisce il prof. Giovanni Lapadula, Responsabile dell’Unità Operativa di Reumatologia Universitaria di Bari, evidenzia che il 60 per cento delle donne intervistate ha problemi nell’espressione della propria sessualità. Lo studio ha sottolineato come il 25 per cento delle donne divorziate, tra quelle intervistate, identifica la patologia come causa del divorzio. I malati dichiarano che il proprio malessere non è compreso dalla famiglia e molte donne nascondono il disagio dei rapporti sessuali e non parlano dei problemi perché ritengono difficile parlare della propria sofferenza. Un altro studio, infatti, ha messo in luce che il tasso di divorzio tra le persone con artrite reumatoide è del 70% più alto rispetto ai non malati”, conclude Lapadula.
La diffusione della campagna è affidata ad azioni virali su internet e sui social media ma anche a tutti i media che vorranno partecipare condividendone lo spirito.
“Sono tre i soggetti sui quali abbiamo voluto concentrare la comunicazione” spiega Manlio Valli, AD di V&P Associati e copy della campagna, “tutti legati, in differenti modi, alla parte del corpo più frequentemente segnata dalle malattie reumatiche: le mani”. Parliamo di mani – alcune anziane, altre giovani – deformate dalla malattia, con cui è difficile compiere anche i gesti più semplici, facili per i più, ma ardui per chi ne soffre. Gesti come svitare il tappo di una bottiglia, lavarsi i denti, allacciare i bottoni di una camicia, vestirsi, pettinarsi, fare lo shampoo, maneggiare un bancomat, usare le posate … Il primo soggetto fotografa la difficoltà di compiere il gesto più quotidiano: “bere un bicchiere d’acqua”. Il secondo scatto è legato all’affettività, ad una semplice carezza – data ma anche ricevuta – che, per una persona con malattia reumatica, può diventare un sogno difficile da realizzare. Il terzo soggetto, infine, è legato ai momenti di socializzazione, quando anche un piccolo atto di gioia e serenità, come l’applauso – ad uno spettacolo, al compleanno dei propri cari, ad un evento speciale – può essere negato”, conclude Valli. Per maggiori informazioni: HealthCom Consulting – Maria D’Acquino, 346 6435192 |