Sfidando i globuli bianchi con la luce UVA, i ricercatori hanno creato un esame del sangue in grado di rilevare il cancro.
I ricercatori, dell’Università di Bradford nel Regno Unito, hanno pubblicato i risultati de loro studio sulla rivista The FASEB Journal .
Secondo i ricercatori, il test potrebbe aiutare i medici ad escludere il cancro nei pazienti che presentano alcuni sintomi e contribuire ad evitare procedure invasive non necessarie, comprese le colonscopie e biopsie. Inoltre, il test potrebbe aiutare i pazienti che sono sospettati di avere un cancro che è difficile da diagnosticare.
Il test, chiamato Lymphocyte Genome Sensitivity (LGS) test, esamina i globuli bianchi e misura il danno arrecato al loro DNA attraverso diversi livelli di luce ultravioletta (UVA).
“I globuli bianchi sono parte del sistema di difesa naturale del corpo”, spiega il ricercatore Prof. Diana Anderson, dell’Università di Bradford.
“Sappiamo che i globuli bianchi sono sotto sforzo quando stanno combattendo il cancro o altre malattie e per questo mi sono chiesto se questo danno era misurabile e poteva essere osservato mettendo i globuli bianchi sotto ulteriore sforzo con luce UVA “, ha aggiunto il ricercatore. “Abbiamo scoperto che le persone con il cancro hanno un DNA che è più facilmente danneggiato dalla luce ultravioletta, rispetto al DNA di altre persone sane, quindi il test dimostra la sensibilità ai danni di tutto il genoma del DNA, in una cellula”.
Nel complesso, i risultati mostrano una chiara differenza nel danno ai globuli bianchi dei pazienti con tumore, i pazienti con condizioni pre-cancerose e coloro che sono in buona salute.
‘Potenziale test confermato come strumento diagnostico’
Per condurre il loro studio, i ricercatori hanno analizzato campioni di sangue di 208 partecipanti allo studio che sono stati codificati, anonimi e randomizzati e quindi li hanno esposti alla luce UVA.
Per verificare la loro intuizione, gli scienziati hanno utilizzato il cosiddetto “Test della cometa”, che permette di identificare danni al DNA in una cellula. Il metodo prevede l’utilizzo di luce ultra-violetta e di una vasca per elettroforesi. Il test viene definito “test della cometa ” perchè al termine della procedura, nel caso siano effettivamente presenti dei danni, i frammenti di DNA migreranno verso l’anodo, formando una struttura somigliante alla coda di una cometa.
“Stiamo effettivamente sfidando i globuli bianchi con la luce ultravioletta”, ha detto il Prof. Anderson in un’intervista, “e questo amplifica la risposta tra i diversi gruppi che stiamo osservando”.
I ricercatori sono stati in grado di identificare il danno UVA attraverso frammenti di DNA attirati verso il polo positivo di un campo elettrico, risultanti in una “coda di cometa”. Nella loro prova LGS, se la coda era più lunga, significava che c’erano più danni al DNA.
Dal test è risultato che 58 pazienti sono stati diagnosticati con cancro, 56 sono stati diagnosticati con condizioni pre-cancerose e 94 erano sani.
Il Prof. Anderson aggiunge anche:
“Mentre il numero delle persone che abbiamo testato è piuttosto piccolo, in termini epidemiologici molecolari, i risultati sono potenti. Abbiamo individuato differenze significative tra i volontari sani, malati di cancro sospetti e pazienti oncologici confermati e di età miste, a livello statisticamente significativo di P <0.001 “.
Attualmente, i ricercatori stanno conducendo uno studio clinico a Bradford Royal Infirmary in Gran Bretagna, per determinare l’efficacia del test LGS nel prevedere con precisione quali pazienti con sospetto hanno il cancro colorettale e quali no, senza beneficiare di una colonscopia.
“Questo è studio è solo nelle sue fasi iniziali”, ha detto il Prof. Anderson, “ma mostra un sacco di promesse”.
Fonte
Sensitivity and specificity of the empirical lymphocyte genome sensitivity (LGS) assay: implications for improving cancer diagnostics, Diana Anderson, et al., The FASEB Journal, doi:10.1096/fj.14-254748, published 25 July 2014, Abstract.
University of Bradford news release, accessed 28 July 2014.