Il Prof. Robin Williams, della University of London UK e colleghi, hanno pubblicato le loro conclusioni sulla rivista Brain.
La dieta chetogenica comprende cibi ad alto contenuto di grassi, moderato contenuto di proteine ed è povera di carboidrati. La dieta altera il modo in cui l’energia viene bruciata nel corpo. Normalmente il corpo utilizza i carboidrati per rifornirsi di energia, ma riducendo l’assunzione di carboidrati e aumentando l’assunzione di grassi, il corpo utilizza i grassi come combustibile principale.
Anche se spesso efficace, la dieta ha attirato molte critiche a causa dei suoi effetti collaterali che possono essere significativi e potenzialmente portare a fratture, costipazione, ipoglicemia e crescita ritardata.
Questo cambiamento di fonte di energia induce il corpo a produrre chetoni – molecole solubili in acqua prodotte dal fegato- che secondo molti ricercatori contribuiscono a migliorare il controllo delle crisi nei pazienti affetti da epilessia.
In questo recente studio, tuttavia, il Prof. Williams e colleghi hanno identificato un acido grasso che forma una parte dei trigliceridi a catena media (MCT) chiamato acido decanoico, che ha forti effetti anti-epilettici.
L’acido decanoico ‘più efficace delle terapie attuali per l’epilessia’
I ricercatori hanno dimostrato che l’acido decanoico all’interno della dieta chetogenica, ha bloccato le convulsioni nelle persone con epilessia in misura maggiore dei farmaci attualmente utilizzati per trattare la condizione. Non solo, l’acido decanoico ha anche un minor numero di effetti collaterali.
Circa 50 milioni di persone in tutto il mondo hanno l’epilessia e secondo i ricercatori, circa un terzo delle persone con la condizione non rispondono ai farmaci attuali.
La scoperta potrebbero offrire nuove cure per la condizione, secondo il coautore dello studio, Prof. Matthew Walker.
Per di più, i risultati di questo nuovo studio sfidano la teoria popolare secondo cui i chetoni prodotti dalla dieta chetogenica, non producono effetti anti-sequestro.
Fonte: http://www.medicalnewstoday.com/articles/303097.php