HomeSaluteCervello e sistema nervosoEpilessia: nuova speranza per i pazienti

Epilessia: nuova speranza per i pazienti

La combinazione dei dati dell’elettroencefalogramma (EEG) con le osservazioni cliniche può aiutare i medici a determinare meglio se i pazienti con epilessia generalizzata risponderanno al trattamento, secondo uno studio condotto dai ricercatori della  Rutgers University.

Lo studio, che è stato pubblicato questa settimana su Epilepsia, la rivista ufficiale della Lega internazionale contro l’epilessia, utilizza un nuovo modello statistico che è accurato all’80% nel distinguere tra epilessia generalizzata resistente e responsiva ai farmaci.

“Tradizionalmente, avevamo pochi strumenti disponibili per prevedere se un paziente starà bene e rimarrà libero da crisi o continuerà ad avere convulsioni nonostante il trattamento con i farmaci. Questo è difficile da accettare per i pazienti, specialmente quando sono di fronte alla diagnosi di epilessia per la prima volta”, ha detto Brad Kamitaki, neurologo della Rutgers Robert Wood Johnson Medical School (RWJMS) che cura i pazienti con epilessia nel New Jersey. “Le convulsioni sono eventi dolorosi e pericolosi per la vita che spesso richiedono un ricovero ospedaliero di emergenza. I risultati del nostro studio indicano che i medici dovrebbero prendere in considerazione l’idea di utilizzare studi EEG prolungati, poiché abbiamo scoperto che la combinazione di fattori clinici ed EEG insieme ha fornito risposte migliori rispetto all’utilizzo delle sole osservazioni cliniche. I pazienti hanno bisogno di saperne di più sulla loro prognosi e qualsiasi informazione aggiuntiva che possiamo fornire loro sulla malattia è preziosa”. 

Lo studio ha anche confermato le precedenti scoperte secondo cui l’epilessia catameniale, quando la frequenza delle crisi aumenta durante il ciclo mestruale di una donna, era fortemente associata all’epilessia generalizzata di resistenza al trattamento. I ricercatori sono giunti a questa conclusione ampliando il numero di test per includere set di dati dei pazienti ed EEG di cinque Ospedali in tutto il mondo. 

Il precedente studio dei ricercatori, pubblicato nel 2020, ha scoperto che le donne con epilessia catameniale avevano circa quattro volte più probabilità di avere un’epilessia generalizzata resistente al trattamento rispetto a quelle senza epilessia catameniale. In questo nuovo studio, i ricercatori hanno utilizzando un set di dati indipendente al fine di prevedere meglio quali persone sarebbero state resistenti o reattive al trattamento. 

“Il risultato riproducibile mette in evidenza l’affidabilità della nostra conclusione e fornisce una guida credibile per sviluppare un trattamento basato sui nostri risultati”, ha affermato Haiqun Lin, Professore e biostatistico presso la Rutgers School of Nursing. “Per i pazienti che sono ad aumentato rischio di farmacoresistenza generalizzata l’epilessia potrebbe richiedere un trattamento più aggressivo. In futuro, sono necessarie ulteriori ricerche per determinare quali regimi funzioneranno meglio per coloro che rientrano nella categoria a più alto rischio”.

Vedi anche:Epilessia: trovato fattore scatenate le convulsioni

“Il nuovo modello utilizzato in questo studio potrebbe aiutare a sviluppare regimi di trattamento migliori per le donne con epilessia catameniale”, ha affermato Gary A. Heiman, Professore associato presso il Dipartimento di genetica della School of Arts and Sciences della Rutgers University-New Brunswick. 

Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, negli Stati Uniti circa 3,4 milioni di persone, tra cui 470.000 bambini, soffrono di epilessia. I farmaci antiepilettici limitano la diffusione delle convulsioni nel cervello e funzionano per circa i due terzi delle persone con epilessia. Altre opzioni includono la chirurgia, ma i pazienti con epilessia generalizzata non sono candidabili per questo trattamento. Heiman ha affermato che l’obiettivo generale della loro ricerca è supportare meglio i pazienti che affrontano l’epilessia generalizzata resistente al trattamento.

“Utilizzando un modello statistico che includeva variabili cliniche, come il tipo catameniale e convulsivo, insieme ai risultati dell’EEG, siamo stati in grado di prevedere meglio quali pazienti avrebbero avuto un’epilessia generalizzata resistente al trattamento”, ha affermato Heiman. “Il nostro modello di previsione può fornire ai medici curanti informazioni aggiuntive sulla prognosi dei loro pazienti“.

I coautori dello studio includevano anche altri ricercatori e clinici della Rutgers, della Columbia University e della Cornell University di New York, dell’Alfred Hospital e del Royal Melbourne Hospital in Australia. 

Fonte:Epilepsia

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