Dati da un late-breaking abstract presentato al Congresso TM Internazionale 2014, identificano un nuovo composto chiamato SBEL1, che ha la capacità di inibire il virus dell’epatite C (HCV).
SBEL1 è un composto isolato da erbe medicinali cinesi che è stato trovato utile per inibire, nel 90% dei casi, l’attività del virus dell’epatite C. SBEL1 è estratto da una pianta che si trova in alcune regioni di Taiwan e della Cina meridionale. Nella medicina cinese, è usato per trattare il mal di gola e le infiammazioni. La funzione di SBEL1 all’interno della pianta è sconosciuta e il suo ruolo e le sue origini sono attualmente in fase di studio.
Gli scienziati hanno pre-trattato le cellule del fegato umano in vitro, con SBEL1 prima dell’infezione da HCV ed hanno trovato che le cellule pre-trattate SBEL1 contenevano il 23% in meno di proteine HCV rispetto al controllo, suggerendo che SBEL 1 blocca l’ingresso del virus e che SBEL1 inibisce la traduzione IRES-mediata, un processo critico per la produzione di proteine virali.
Inoltre, l’ acido ribonucleico (RNA) del virus dell’epatite C era significativamente ridotto del 78% nelle cellule infette, trattate con SBEL1 rispetto al gruppo di controllo. Ciò dimostra che SBEL1 può anche influenzare il processo di replicazione dell’ RNA virale.
ll Prof. Markus Peck-Radosavljevic, Segretario Generale dell’Associazione Europea per lo Studio del Fegato e Professore Associato di Medicina all’ Università di Vienna, ha commentato: “Le persone con infezione da epatite C sono a rischio di sviluppare gravi danni al fegato, compresi cancro e cirrosi. Recenti progressi ci permettono ora, di curare i pazienti con HCV senza spiacevoli effetti collaterali del nuovo farmaco “.
Il professor Peck-Radosavljevic ha continuato: “. SBEL1 ha dimostrato una significativa inibizione di HCV in più fasi del ciclo di vita virale, che è una scoperta emozionante perché ci permette di ottenere una più profonda comprensione del virus e le sue interazioni con altri composti e questo, in definitiva si aggiunge alle nostre conoscenze e può avvicinarci in futuro, a migliori risultati di trattamento “.
Il virus dell’epatite C invade le cellule del nostro corpo legandosi a specifici recettori sulla cellula che consentono al virus di entrare. HCV dirotta funzioni della cellula note come trascrizione, traduzione e replicazione, per effettuare copie del genoma virale e proteine e diffondersi ad altri siti del corpo. Una volta che l’RNA virale viene trascritto, il virus HCV avvia un processo noto come traduzione IRES-mediata, che consente all’ RNA virale di tradurre proteine bypassando alcuni posti di blocco della traduzione di proteina che sarebbero richiesti dalla cellula ospite per iniziare la traduzione della proteina. RNA virale è il materiale genetico che dà all’ HCV le sue caratteristiche particolari. Questo processo permette al virus di sfruttare meccanismi di traduzione delle proteine della cellula ospite per i propri scopi.
Ci sono circa 150-200 milioni di persone che vivono con epatite C cronica e più di 350.000 persone muoiono ogni anno per malattie HCV-correlata. HCV si trasmette attraverso il contatto di sangue che può avvenire attraverso ferite provocate da aghi o condivisione di attrezzature utilizzate per iniettare farmaci.
Fonte http://ec.europa.eu/programmes/horizon2020/en/news/breaking-hepatitis-c-lifecycle
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