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Emofilia A: vettori lentivirali per un’opzione di terapia genica

Credito: Pixabay/CC0 Pubblico Dominio

La ricerca condotta dal Christian Medical College di Vellore, in India, ha dimostrato l’uso efficace di vettori lentivirali per somministrare la terapia genica ai pazienti con emofilia A grave. Lo studio presenta una potenziale alternativa alla terapia genica mediata dal virus adeno-associato (AAV), affrontando l’esclusione dei pazienti con anticorpi anti-AAV preesistenti.

L’emofilia A grave è causata da un’assenza genetica o da una variante nei geni necessari per produrre il fattore VIII della coagulazione del sangue, che porta a sanguinamento prolungato e danni alle articolazioni. I trattamenti attuali, comprese le terapie sostitutive con terapia genica basata su AAV, non hanno avuto pieno successo, sono diminuiti nel tempo o potrebbero essere utilizzati solo in pazienti senza anticorpi anti-AAV.

Per superare queste barriere, i ricercatori hanno esplorato i vettori lentivirali, che si integrano nel genoma e aggirano le limitazioni specifiche dell’AAV. Nello studio, “Lentiviral Gene Therapy with CD34+ Hematopoietic Cells for Hemophilia A“, pubblicato su The New England Journal of Medicine, i ricercatori hanno utilizzato un vettore lentivirale per somministrare la terapia genica a cinque pazienti con emofilia A.

Dopo il trattamento, tutti e cinque avevano livelli stabili di fattore VIII nel sangue, senza gravi problemi di sicurezza. Durante il periodo di osservazione di follow-up, nessuno dei pazienti ha avuto emorragie incontrollate.

I risultati complessivi della terapia genica lentivirale sembrano promettenti nel superare una limitazione degli approcci mediati da AAV grazie alla capacità di bypassare gli anticorpi anti-AAV.

Secondo un editoriale intitolato “Il lentivirus potrebbe superare le sfide della terapia genica AAV nell’emofilia A?“, pubblicato anch’esso sul New England Journal of Medicinepotrebbero esserci alcune complicazioni critiche nelle terapie geniche lentivirali in generale che andrebbero prima risolte. Sono state sollevate preoccupazioni in merito all’integrazione del lentivirus nel genoma dell’ospite. Studi precedenti hanno collegato i vettori lentivirali al cancro del sangue con un fattore di rischio superiore al 10%, con alcuni importanti fattori confondenti.

Nello studio precedente, menzionato nell’editoriale, 7 dei 67 pazienti trattati con terapia genica con vettore lentivirale hanno sviluppato tumori ematologici a causa di inserzioni geniche. Il fattore confondente è che, nello studio precedente, tutti e 7 avevano ricevuto condizionamento con Busulfano e Ciclofosfamide, un regime noto per essere leucemogeno.

Nella ricerca attuale, il Treosulfano è stato utilizzato al posto del Busulfano nel regime di condizionamento, contrastando potenzialmente gli effetti confondenti dello studio precedente.

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Considerando le dimensioni ridotte del campione e il breve periodo di follow-up, saranno necessarie ulteriori ricerche prima che la terapia genica lentivirale possa essere considerata del tutto sicura, anche se potrebbe comportare un rapporto costi-benefici sufficiente per alcuni pazienti attualmente affetti da emofilia A grave.

Fonte:New England Journal of Medicine

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