Il virus Ebola è tra i virus più letali del pianeta. Uccide fino al 90% delle persone infette e non ci sono vaccini approvati o terapie efficaci. Uno studio pubblicato da Cell Press il 7 maggio in Biofisica Journal, rivela come la proteina più abbondante che compone il virus Ebola – proteina virale 40 (VP40) – permette al virus di lasciare le cellule ospiti e diffondere le infezioni ad altre cellule in tutto il corpo. I risultati potrebbero gettare le basi per lo sviluppo di nuovi farmaci e strategie per combattere l’infezione da Ebola.
Il virus Ebola è composto da sette proteine, compreso VP40, che svolge un ruolo fondamentale per consentire al virus di lasciare le cellule ospiti e di infettare altre cellule del corpo umano. Studi precedenti hanno mostrato che una parte di VP40 chiamato il dominio C-terminale penetra la membrana plasmatica che circonda le cellule ospiti. Ma fino ad ora, non si sapeva esattamente come VP40 si lega alla membrana plasmatica per permettere al virus di sfuggire alle cellule ospiti.
Per rispondere a questa domanda, Stahelin e il suo team hanno preparato delle vescicole progettate per simulare la membrana plasmatica delle cellule ospiti e esposto queste vescicole a VP40. Osservando le loro interazioni al microscopio, i ricercatori hanno scoperto che il dominio C-terminale del VP40 penetra per oltre la metà nello strato delle vescicole e prepara le membrane delle vescicole stesse piegandole nella forma del virus Ebola, spianando la strada per la sua fuga. Quando i ricercatori hanno mutato il dominio C-terminale di VP40, la proteina era molto meno efficace sia nel legarsi alle membrane che nel piegarle in particelle simili al virus al fine di favorire la sua fuoriuscita dalle cellule ospiti.
Complessivamente, i risultati rivelano come dominio C-terminale del VP40 permette al virus Ebola di diffondere l’infezione. “Attualmente, stiamo cercando di trovare piccole molecole in grado di inibire l’interazione di VP40 con la membrana plasmatica”, dice Stahelin. “Questo sforzo potrebbe portare alla scoperta di potenziali farmaci candidati che potrebbero costituire la base di terapie molto efficaci contro questo virus mortale.”
Fonte . Biofisica Journal , 2013