Diabete di tipo 2: gene recentemente scoperto regola la morte delle cellule beta.
Non è un segreto che nel corso del tempo, elevati livelli di glucosio nel sangue (iperglicemia) possono indurre la morte delle cellule beta del pancreas.
La morte di queste cellule, che sono responsabili della produzione di insulina, è alla base di gran parte della patologia del diabete. Esattamente come e perchè le cellule beta muoiono, non è ancora pienamente compreso, ma una nuova ricerca pubblicata online in The FASEB Journal da un team di scienziati coreani, suggerisce che una proteina chiamata “TSPAN2“, può svolgere un ruolo critico nella morte delle cellule beta iperglicemia indotta e potrebbe servire come un nuovo bersaglio terapeutico.
“La prevalenza del diabete di tipo 2 è significativamente aumentata, negli ultimi anni”, ha detto IK-Soon Jang, autore dello studio e ricercatore senior della Division of Bioconvergence at the Korea Basic Science Institute a Seoul nel Sud Corea.
“Il nostro studio sarà potenzialmente utile per sviluppare un nuovo farmaco per il trattamento del diabete di tipo 2”, ha aggiunto il ricercatore.
Per la ricerca, gli scienziati hanno utilizzato cellule beta del pancreas umano in coltura e analizzato i loro pattern di espressione genica. Essi hanno scoperto che i geni altamente espressi e proteine, in condizioni di iperglicemia, possono regolare la morte cellulare attraverso vari segnali cellulari , ma in generale, i principali meccanismi di apoptosi delle cellule β includono le segnalazioni attraverso il recettore FAS che è un recettore della membrana cellulare che, se attivato da specifici ligandi scatena l’apoptosi della cellula,oltre a varie citochine pro-infiammatorie.
” La rivelazione di un nuovo percorso relativo alla induzione dell’ apoptosi nelle cellule beta pancratiche potrebbe avere implicazioni interessanti in futuri trattamenti per il diabete di tipo 2″, ha detto Thoru Pederson, Editor-Chief di The FASEB Journal. ” Se potranno essere sviluppati farmaci che inibiscono la perdita delle cellule beta, sarà possibile attenuare la progressione della malattia”.
Fonte: The FASEB Journal