HomeSalutePelleDermatologia: non più biopsie inutili con microscopia confocale

Dermatologia: non più biopsie inutili con microscopia confocale

Non più dolorose e spesso non necessarie biopsie per la diagnostica cutanea. Una tecnica messa a punto da un ricercatore italiano permette di visualizzare la microscopia della pelle, come per l’ecografia, e in modo assolutamente non invasivo, e valutare in tempi brevissimi l’efficacia di una terapia.

Si chiama Microscopia confocale in vivo ed è stata uno degli argomenti centrali del 65esimo Congresso della Società brasiliana di Dermatologia, tenutosi a Rio de Janeiro. «La microscopia confocale in vivo ha applicazioni sia in ambito oncodermatologico (melanoma e tumori cutanei non melanoma, come il carcinoma basocellulare o il carcinoma spinocellulare) sia in ambito di malattie infiammatorie cutanee (psoriasi, eczema, collagenopatie, melasma, vitiligine, ecc.) e in cosmetologia», ha spiegato il dottor Marco Ardigò, del dipartimento di Dermatologia clinica dell’Istituto dermatologico San Gallicano di Roma, invitato al congresso in Brasile a tenere una «lectio magistralis», in quanto autorità mondiale per questa metodica. «La risoluzione d’immagine – ha spiegato Ardigò – è sovrapponibile a quella della microscopia ottica standard e permette di ottenere informazioni analoghe senza dover sottoporre il paziente a dolorose biopsie cutanee, che oltretutto lasciano cicatrici. Grazie alla assoluta non invasività, l’indagine può essere ripetuta su più lesioni cutanee nella stessa seduta e più volte nel tempo, al fine di controllare i cambiamenti microscopici e valutare l’efficacia delle terapie adottate».

I primissimi lavori di ricerca sulla microscopia confocale risalgono alla metà degli anni Novanta al Wellman Institute di Harward. Agli inizi del 2000, Salvador Gomzalez, docente allo stesso istituto, avvia le prime applicazioni su paziente. Si formano gruppi di lavoro, prevalentemente a New e a Boston, e, in Italia, aModena e a Roma, e per ultimo a Berlino. Ma è al San Gallicano che Ardigò sviluppa le applicazioni cliniche più avanzate nello studio delle malattie infiammatorie, che hanno richiamato l’attenzione della comunità scientifica internazionale.

Fonte: SideMast

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