(Declino cognitivo-Immagine Credit Public Domain).
Un team di ricercatori del Brown Cancer Center, dell’Università di Louisville, della Peak Neuromonitoring Associates, dell’Università del Texas e dell’Università di Louisville ha scoperto che un metabolita prodotto dai batteri nell’intestino promuove la morte delle cellule neurali con conseguente declino cognitivo nei topi.
Nell’articolo pubblicato sulla rivista Cell Host & Microbe, il gruppo descrive lo studio sul metabolita isoamilamina (IAA) e il suo impatto sul declino cognitivo.
Ricerche precedenti hanno suggerito un forte legame tra i batteri intestinali e la salute del cervello. In questo nuovo sforzo, i ricercatori hanno esaminato il possibile impatto sul cervello di un solo metabolita prodotto da una famiglia di batteri nell’intestino, le Ruminococcaceae.
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Hanno scoperto prima che il metabolita IAA diventa prevalente nell’intestino man mano che le persone invecchiano a causa della presenza di più Ruminococcaceae. Il loro interesse per l’IAA è cresciuto quando hanno appreso che poteva passare attraverso la barriera ematoencefalica. Per verificare quale traccia il metabolita IAA segue dall’intestino al cervello e per vedere l’impatto che potrebbe avere, i ricercatori hanno dovuto sviluppare una nuova tecnica, una modifica dell’elettroforesi che consentisse il tracciamento dei cambiamenti di mobilità del DNA. Successivamente hanno incubato il gene responsabile del rilevamento e della risposta all’invecchiamento nei topi (S100A8) con IAA. Hanno scoperto che il metabolita si lega a una regione del promotore di S100A8, che ha consentito l’espressione del gene, con conseguente produzione di corpi apoptotici, che portano alla morte cellulare.
Per saperne di più, i ricercatori hanno somministrato IAA a giovani topi sani e hanno determinato che ciò comportava una perdita della capacità cognitiva. Successivamente hanno bloccato la produzione del metabolita nelle viscere dei topi più anziani e hanno scoperto che portava a miglioramenti nelle prestazioni cognitive.
Astratto grafico. Credito Cell Host&Microbiome (2022). DOI: 10.1016/j.chom.2022.05.005
I ricercatori affermano che sono necessarie ulteriori ricerche per scoprire se la produzione di IAA nel bioma dell’intestino umano si traduce anche in un declino cognitivo e, in tal caso, se bloccarne la produzione preverrebbe il declino cognitivo determinato dall’invecchiamento.
Fonte:CellHost&Microbiome