Dalla natura un nuovo approccio per la rigenerazione ossea.
Gli scienziati hanno trovato un modo per imitare il naturale processo di guarigione del nostro corpo, utilizzando particelle di dimensioni nano chiamate vescicole, per riparare i tessuti danneggiati.
Lo studio, pubblicato in Scientific Reporst, descrive un nuovo approccio per la rigenerazione ossea, stimolando le cellule per produrre vescicole che possono poi essere consegnate per facilitare la rigenerazione dei tessuti.
Il team di ricerca, guidato dall’Università di Birmingham, ritiene che i risultati dello studio rappresentano il primo passo verso una nuova direzione per la rigenerazione dei tessuti con il potenziale di aiutare a riparare ossa, denti e cartilagini.
Si prevede che il numero delle fratture raddoppierà entro il 2020.
Gli approcci attuali presentano limitazioni significative; gli innesti autologhi non possono soddisfare la domanda e possono causare morbilità, l’osso allogenico manca di fattori bioattivi e gli approcci basati sul fattore di crescita (ad es. BMP-2) possono avere gravi effetti collaterali e costi elevati.
( Cìvedi anche: Una singola molecola induce le cellule staminali a rigenerare il tessuto osseo).
Di conseguenza, vi è una notevole necessità di elaborare nuovi metodi per la generazione di grandi volumi di ossa senza la morbilità associata.
Negli ultimi anni, l’attenzione è stata focalizzata sugli approcci basati sulle cellule. Tuttavia, la traduzione è spesso impedita da problemi regolamentari, etici ed economici insormontabili.
Questa nuova soluzione offre tutti i vantaggi delle terapie basate sulle cellule, ma senza utilizzare le cellule vitali, sfruttando la capacità rigenerativa delle particelle di nano dimensioni chiamate vescicole extracellulari generate naturalmente durante la formazione dell’osso.
In modo eccitante, il team ha dimostrato in vitro che se le vescicole extracellulari vengono applicate in combinazione con un semplice fosfato la terapia supera la corrente terapia standard BMP-2.
Il Dr. Sophie Cox, della Scuola di Ingegneria Chimica dell’Università di Birmingham, ha spiegato: “Anche se non possiamo mai imitare la complessità delle vescicole prodotte dalle cellule in natura, questo lavoro descrive un nuovo percorso che sfrutta i processi di sviluppo naturale per facilitare la riparazione dei tessuti duri “.
Il Dr. Owen Davies, esperto E-TERM di EPSRC presso l’Università di Birmingham e l’Università di Loughborough, ha aggiunto: ” Queste particelle terapeuticamente preziose hanno anche la capacità di rigenerare altri tessuti “.
Fonte: Nature