Molta attenzione si è concentrata sul potenziale di gravi complicanze respiratorie e risultati sfavorevoli dalla pandemia di COVID-19 tra i pazienti con malattia di Parkinson (MdP), ma l’impatto si estende oltre queste minacce. Il distanziamento sociale richiede un adattamento flessibile alle nuove circostanze, la resilienza e una riduzione delle attività fisiche, che può essere più difficile per i pazienti con malattia di Parkinson.
Scrivendo nel Journal of Parkinson’s Disease, Rick C. Helmich, MD, PhD, e Bastiaan R. Bloem, MD, PhD, entrambi del Radboud University Medical Center; Donders Institute for Brain, Cognition and Behaviour; Dipartimento di Neurologia; Centro di competenza per Parkinson e disturbi del movimento; Nimega, Paesi Bassi, affermano: “La fisiopatologia della PD pone i pazienti ad un aumentato rischio di stress cronico e a un ulteriore peggioramento che potrebbe essere uno dei “dolori nascosti” della pandemia di COVID-19. L’aumento dello stress psicologico può peggiorare i sintomi motori, riducendo al contempo l’efficacia dei farmaci dopaminergici”.
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I ricercatori fanno notare che ci sono alcune prove che lo stress può innescare PD latente.
La resilienza o la capacità di mantenere o recuperare rapidamente la salute mentale durante e dopo i periodi di avversità, possono proteggere dagli effetti dannosi dello stress. Il Dr. Helmich e il Dr. Bloem notano che l’attuale crisi offre l’opportunità di verificare chi affronta meglio le circostanze attuali, al fine di comprendere i fattori che contribuiscono alla resilienza nei pazienti con PD. Gli interventi basati sulla consapevolezza possono ridurre lo stress e vedono opportunità di soluzioni basate sul web per aiutare a ridurre l’ansia e la depressione e anche a ridurre l’isolamento sociale.
Un’altra conseguenza nascosta della pandemia è una marcata riduzione delle attività fisiche. Prove recenti hanno dimostrato che l’esercizio fisico può ridurre la progressione dei sintomi nel PD. La perdita di esercizio aerobico può portare a un peggioramento dei sintomi motori nel PD e può contribuire ulteriormente allo stress psicologico. “Una promettente conseguenza dell’attuale crisi è stata l’emergere di iniziative di esercitazione basate sul web come lezioni di canto, ginnastica o danza online per pazienti con PD”, osservano gli autori. “Le strategie di autogestione che riducono lo stress e l’esercizio fisico svolgeranno un ruolo crescente nel trattamento della malattia di Parkinson”.
La crisi offre anche opportunità emergenti per la ricerca PD. Gli autori osservano che la pandemia COVID-19 è un fattore di stress esterno che è allineato nel tempo per grandi gruppi di persone. Ciò offre un’opportunità unica ai ricercatori di testare come la pandemia influenza il decorso della malattia di Parkinson nei gruppi esistenti di pazienti arruolati negli studi di ricerca. Inoltre, consente ai ricercatori di studiare quali fattori aumentano la resilienza nel PD.
Il Parkinson è un disturbo lentamente progressivo che influenza il movimento, il controllo muscolare e l’equilibrio. È il secondo disturbo neurodegenerativo correlato all’età più comune che colpisce circa il 3% della popolazione all’età di 65 anni e fino al 5% degli individui di età superiore agli 85 anni.
Fonte: IOS Press