Uno studio, pubblicato dalla rivista Clinical Gastroenterology and Hepatology, torna a confermare l’associazione tra consumo di caffè e riduzione del rischio di malattie epatiche croniche come la steatosi epatica non-alcolica (NAFLD), la malattia epatica alcolica (ALD) e l’epatite C cronica.
Già in passato, altri studi hanno indagato questo collegamento ed esistono dei dati sull’effetto del caffè nella riduzione degli enzimi epatici.
( Vedi anche:Il caffè può proteggere dalla cirrosi epatica).
Al recente studio sono stati arruolati 5.385 pazienti di età media di 61 anni facenti parte di una coorte multietnica e già iscritti al programma “Medicare fee-for-service programe” che presentavano diverse problematiche epatiche.
I risultati hanno dimostrato un’associazione tra il consumo di caffè e riduzione del rischio di malattie epatiche croniche. In particolare i risultati suggeriscono anche un possibile effetto dell’assunzione di caffè sul processo di fibrosi nei pazienti con malattie epatiche croniche e sui processi infiammatori, steatosici e fibrotici.
I ricercatori hanno spiegato che l’effetto del caffè sulla fibrosi può essere mediato dai recettori dell’adenosina. È possibile che i componenti del caffè abbiano un effetto diretto sui percorsi steatosici o sulla steatoepatite.
I ricercatori in conclusione, propongono nuovi studi randomizzati e controllati per confermare i risultati ottenuti secondo i quali il caffè sembra influenzare l’intero processo della malattia epatica.