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Secondo uno studio condotto da ricercatori del National Institutes of Health e di altre istituzioni, il composto vegetale apigenina ha migliorato i deficit cognitivi e di memoria solitamente osservati in un modello murino di sindrome di Down.
L’apigenina si trova nei fiori di camomilla, nel prezzemolo, nel sedano, nella menta piperita e negli agrumi. I ricercatori hanno somministrato il composto a topi gravidi che trasportano feti con caratteristiche della sindrome di Down e poi agli animali dopo che sono nati e durante la crescita. I risultati sollevano la possibilità che un giorno un trattamento per ridurre i deficit cognitivi osservati nella sindrome di Down possa essere offerto alle donne in gravidanza i cui feti sono stati diagnosticati con la sindrome di Down attraverso test prenatali.
Lo studio appare sull’American Journal of Human Genetics.
La sindrome di Down è un insieme di sintomi risultanti da una copia o da un frammento extra del cromosoma 21. Si ritiene che le disabilità intellettive e dello sviluppo che accompagnano la condizione siano il risultato di una diminuzione della crescita cerebrale causata da una maggiore infiammazione nel cervello fetale. L’apigenina non è nota per avere effetti tossici e studi precedenti hanno indicato che è un antiossidante che riduce l’infiammazione. A differenza di molti composti, viene assorbito attraverso la placenta e la barriera ematoencefalica, lo strato cellulare che impedisce a sostanze potenzialmente dannose di entrare nel cervello. Rispetto ai topi con sintomi di Down le cui madri non erano state alimentate con l’apigenina, quelli esposti al composto hanno mostrato miglioramenti nei test delle tappe dello sviluppo e hanno avuto miglioramenti nella memoria spaziale e olfattiva.
Vedi anche:Districata l’interazione proteica implicata nella sindrome di Down e nell’Alzheimer
La parte NIH dello studio è stata condotta presso il National Human Genome Research Institute (NHGRI). Ulteriori finanziamenti sono stati forniti dall’Istituto nazionale di -salute infantile e sviluppo umano (NICHD) Eunice Kennedy Shriver del NIH.
Fonte: EurekAlert