Nuove scoperte da un ingegnere biomedico e dal suo team presso l’Università di Houston (UH,) aumentano la speranza di una nuova classe di farmaci a base di un composto naturale senza effetti collaterali, per il trattamento del lupus.
Il team di ricerca, guidato da Chandra Mohan del Cullen College of Engineering presso l’Università di Houston, ha pubblicato i risultati dello studio sulla rivista Arthritis & Rheumatology .
Il lupus o lupus eritematoso sistemico, è una malattia degenerativa progressiva in cui il sistema immunitario si rivolta contro se stesso attaccando tessuti sani e organi di una persona. I sintomi variano da dolore debilitante e fatica per insufficienza d’organo, a una serie di altri disturbi.
I pazienti con lupus sono comunemente trattati con corticosteroidi, una classe di farmaci immunosoppressori che ritardano lo sviluppo e la progressione della malattia. Tale trattamento comporta per il paziente, un maggior rischio di infezioni perché il sistema immunitario non è in grado di combattere i patogeni.
Inoltre, gli steroidi possono promuovere una serie di effetti collaterali, tra cui l’aumento di peso, aumento della pressione sanguigna, sbalzi d’umore e glaucoma.
Si stima che almeno cinque milioni di persone in tutto il mondo, hanno una forma di lupus. Anche se non esiste una cura, il ricercatore ed il suo team stanno lavorando attivamente verso la ricerca di nuovi trattamenti e, in ultima analisi, una cura. Chandra Mohan, ha collaborato con Hugh Roy e Lillie Cranz Cullen Endowed, professore di ingegneria biomedica del UH Cullen College of Engineering Rheumatology.
Esiste un solo farmaco specifico approvato per il trattamento del lupus da circa 50 anni.
Mohan ed i suoi colleghi hanno scoperto un prodotto sintetico di origine vegetale, chiamato CDDO, che reprime efficacemente le molteplici fasi di sviluppo del lupus in modelli murini, tra cui l’insorgenza della malattia renale Uno degli organi più comuni attaccati dal lupus è il rene, che si manifesta in nefrite lupica.
Anche se questa condizione non riguarda tutti i malati di lupus, si stima che il 40 per cento dei pazienti con lupus possono svilupparla. La nefrite lupidica provoca l’infiammazione dei reni e danneggia la loro capacità di liberare efficacemente il corpo dai prodotti di scarto e altre tossine ed è la principale causa di morte e di migliaia di ricoveri ogni anno.
In questo ultimo studio, Mohan ed il suo team hanno testato ilo composto di origine vegetale CDDO, sui topi di due mesi di vita progettati per sviluppare la nefrite lupidica. Gli effetti del composto sono stati confrontati con un placebo.
I ricercatori hanno scoperto che il composto ha bloccato con successo tutte le fasi di sviluppo della nefrite lupidica.
” Lo sviluppo del lupus è una reazione in due fasi”, spiega Mohan.” In primo luogo, il sistema immunitario sviluppa anticorpi che attaccano il DNA e in seguito, una volta attivato, attacca i reni. Abbiamo scoperto che CDDO può bloccare entrambi questi passaggi”.
Il team di ricerca afferma che poichè il composto è di origine vegetale, è più naturale rispetto ai trattamenti già esistenti e produce un minor numero di effetti collaterali. ” Questo è molto importante perchè gli attuali agenti terapeutici per il lupus, hanno significativi effetti collaterali”, dice Mohan. In futuro i ricercatori cercheranno di determinare se CDDO blocca il lupus riducendo alcuni percorsi di segnalazione che portano al suo sviluppo o se agisce frenando l’attività del sistema immunitario nel suo complesso.
Se quest’ultima cosa risultasse positiva, allora anche CDDO potrebbe sviluppare gli stessi problemi dei corticosteroidi e aumentare il rischio di infezioni. La speranza è che il composto non risulti immunosoppressivo.
I ricercatori concludono dicendo che questi risultati devono essere convalidati prima che CDDO possa essere utilizzato nella sperimentazione umana, ma Mohan si dice incoraggiato dall’efficacia che il composto ha mostrato fino ad ora, contro il lupus.
Fonte: Targeting multiple signaling axes and oxidative stress using a synthetic triterpenoid prevents murine lupus nephritis, DOI: 10.1002/art.38782, Chandra Mohan et al., published in Arthritis & Rheumatology, July 2014, abstract.