(Alzheimer-Immagine Credito: CC0 Pubblico Dominio).
La parola “mutazione” può evocare nozioni allarmanti, ma una mutazione nelle cellule immunitarie cerebrali svolge un ruolo positivo nella protezione delle persone dal morbo di Alzheimer. I biologi di Irvine, ora dell’Università della California, hanno scoperto i meccanismi alla base di questo processo cruciale. Il loro articolo appare sulla rivista Alzheimer’s and Dementia.
L’indagine si è incentrata su una variante del gene PLCG2, che fornisce le istruzioni per la produzione di un enzima importante per le cellule immunitarie del cervello chiamato microglia. “Recentemente la mutazione, nota come P522R, ha dimostrato di ridurre il rischio di sviluppare l’Alzheimer a esordio tardivo“, ha affermato Hayk Davtyan, Ph.D., ricercatore senior nel laboratorio di Mathew Blurton-Jones, Professore di neurobiologia e comportamento, dove è stato condotto lo studio. Il progetto è stato guidato dall’assistente scienziato del progetto Christel Claes, Ph.D., il primo autore del documento.
Gli scienziati hanno utilizzato la tecnologia di modifica del gene CRISPR per generare la mutazione protettiva nelle cellule staminali umane e quindi hanno impiantato la microglia derivata da tali cellule staminali in modelli umanizzati di roditore del morbo di Alzheimer.
“La nostra ricerca ha mostrato per la prima volta che la variante P522R ha aumentato i livelli di espressione di diversi geni microgliali che sono ridotti nelle persone con Alzheimer. Questo fornisce alcune delle prime prove per spiegare come questa mutazione protettiva potrebbe ridurre il rischio di Alzheimer”, ha detto Davtyan.
La variante ha anche aumentato il numero di cellule T, o globuli bianchi del sistema immunitario, nel cervello, suggerendo che potrebbe aumentare l’attivazione di altri importanti aspetti della funzione immunitaria.
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I risultati aiuteranno nella progettazione di ulteriori studi per capire esattamente come la microglia e le cellule T interagiscono per rallentare la progressione dell’Alzheimer.
“Oltre a ciò, il passo successivo potrebbe essere identificare i farmaci che possono aumentare in sicurezza l’attività dell’enzima PLCG2 e promuovere ulteriormente le funzioni protettive della microglia”, ha affermato il ricercatore.
Il primo autore dello studio,Christel Claes si chiede se un anticorpo stimolante TREM2, come quello attualmente in uno studio clinico di fase 2 di Alector (AL002), possa esercitare una protezione simile nei pazienti con AD come con la variante P522R.
“È noto che la mutazione PLCG2 P522R aumenta la segnalazione a valle di TREM2, una variante del rischio di AD, quindi sarà molto interessante studiare l’effetto degli anticorpi stimolanti TREM2 sul crosstalk delle cellule microglia-T. Studi come il nostro aprono la strada alla ricerca di nuovi strategie per curare o prevenire questa malattia che sta mettendo a dura prova l’umanità, questo è ciò che ci guida come neuroscienziati”. dice Davtyan.
Fonte:Alzheimer’s & Dementia