Le infezioni virali sono la causa primaria di infiammazione del fegato o epatite, che colpisce centinaia di milioni di persone in tutto il mondo e rappresenta un problema di salute pubblica.
La condizione acuta può causare danni irreversibili al fegato e se non curata può diventare cronica, portando a gravi malattie come la cirrosi o il cancro.
Uno studio pubblicato oggi nell’edizione online del Journal of Clinical Investigation e realizzato dal team di Erwin Wagner, direttore del Programma di BBVA Foundation-CNIO Cancer Cell Biology, mostra come ‘attacchi’ del sistema immunitario alle cellule del fegato durante l’epatite, utilizzano il gene JunB AP-1.
Latifa Bakiri, uno degli autori dello studio e ricercatore del team di Wagner ha spiegato: “L’attivazione del gene JunB/AP-1 in un sottogruppo di cellule immunitarie, chiamate cellule NK, aumenta la produzione di interferone-gamma che attacca le cellule del fegato, mentre l’organo è affetto da epatite “.
Con questa scoperta, gli autori dello studio rivelano un nuovo meccanismo attraverso il quale AP-1 agisce come una spada a doppio taglio nel fegato: si tratta di una prima linea di difesa contro i virus che causano la malattia, ma che incoraggia i danni al fegato a seconda della dieta o genetica del paziente.
“L’equilibrio di questi segnali è fondamentale per la comprensione della patogenesi della malattia infiammatoria del fegato e per la progettazione di nuovi approcci terapeutici per invertire la condizione”, ha spiegato Wagner.
Cellule immunitarie NK-tipo sono anche parte dei tumori circostanti il micro-ambiente. I ricercatori sottolineano nella discussione di questo articolo, che una migliore conoscenza di tali cellule può essere di vitale importanza per la progettazione di immuno-terapie che colpiscono specificamente le cellule tumorali.
Fonte . Journal of Clinical Investigation, 2013; DOI: 10.1172/JCI70405