Un nuovo gold standard per la cura del colesterolo potrebbe prevenire 330.000 decessi all’anno.
L’uso immediato di statine più Ezetimibe riduce significativamente i decessi e gli eventi cardiaci nei pazienti ad alto rischio e dovrebbe sostituire il trattamento con sole statine come nuovo standard.
Lo studio più ampio condotto fino ad oggi suggerisce che i pazienti ad alto rischio di infarti e ictus dovrebbero iniziare immediatamente un trattamento con una combinazione di statina ed ezetimibe.
Il più ampio studio finora condotto per valutare il modo migliore per abbassare il colesterolo “cattivo” nei pazienti con arterie ostruite ha scoperto che iniziare un trattamento con una combinazione di statina ed Ezetimibe è significativamente più efficace rispetto all’uso delle sole statine. Questo approccio potrebbe prevenire migliaia di decessi ogni anno per infarto, ictus e altre patologie cardiovascolari.
Pubblicata su Mayo Clinic Proceedings, la meta-analisi ha incluso i dati di 14 studi clinici che hanno coinvolto 108.353 pazienti ad alto rischio, ovvero coloro che avevano avuto un infarto o un ictus o erano ad alto rischio di averli. I risultati hanno mostrato che l‘associazione di Ezetimibe con una statina ad alto dosaggio ha portato a una riduzione del 19% della mortalità per tutte le cause, a una riduzione del 16% dei decessi cardiovascolari e a una riduzione del 18% e del 17% rispettivamente di eventi cardiovascolari maggiori e ictus, rispetto alla sola terapia con statina ad alto dosaggio.
La terapia di combinazione ha inoltre ottenuto un controllo del colesterolo significativamente migliore, riducendo il colesterolo LDL (colesterolo legato alle lipoproteine a bassa densità) di ulteriori 13 mg/dL rispetto alle sole statine. Questo miglioramento ha aumentato dell’85% la probabilità per i pazienti di raggiungere il target raccomandato di colesterolo LDL inferiore a 70 mg/dL.
Risultati migliorati con la meta-analisi di rete
“Questi risultati sono stati ancora più evidenti nella metanalisi di rete, che consente un confronto diretto tra i diversi regimi terapeutici utilizzati nello studio. Questa ha mostrato una riduzione del 49% della mortalità per tutte le cause e una riduzione del 39% degli eventi cardiovascolari avversi maggiori, rispetto alla sola terapia con statine ad alto dosaggio”, ha affermato il primo autore dello studio, Maciej Banach, Professore di Cardiologia presso l’Università Cattolica Giovanni Paolo II di Lublino, in Polonia, e Professore a Contratto presso il Ciccarone Center for the Prevention of Cardiovascular Disease della Johns Hopkins University School of Medicine, che è anche a capo dell’International Lipid Expert Panel e del gruppo Blood Pressure Meta-analysis Collaboration che ha condotto lo studio.
“La terapia di combinazione è sicura ed efficace; il rischio di eventi avversi e il tasso di interruzione della terapia sono risultati comparabili tra i gruppi. Nella metanalisi di rete, abbiamo mostrato una significativa riduzione del 44% del rischio di interruzione nei pazienti trattati con statina a dosaggio moderatamente elevato più ezetimibe rispetto a una statina ad alto dosaggio da sola”, dice Maciej Banach.
Sfida alle attuali linee guida sul trattamento del colesterolo
Finora, i risultati sono stati discordi in merito alla necessità o meno di somministrare immediatamente una terapia combinata per abbassare il colesterolo ai pazienti ad alto rischio, anche prima che siano colpiti da un infarto o da un ictus, oppure se i medici debbano iniziare la terapia con una statina ad alto dosaggio e monitorare gli effetti sui livelli di colesterolo dopo almeno due mesi prima di decidere se i pazienti abbiano bisogno anche dell’Ezetimibe.
Questo approccio non richiede finanziamenti aggiuntivi o il rimborso di nuovi farmaci costosi. Anzi, potrebbe tradursi in una riduzione dei tassi di infarto e ictus, primi e successivi, e delle relative complicanze come l’insufficienza cardiaca, che sono estremamente costose per tutti i sistemi sanitari”, aggiunge.
Implicazioni sulla salute globale e linee guida future
Il Prof. Banach ha affermato: “Le malattie cardiovascolari uccidono circa 20 milioni di persone all’anno in tutto il mondo. Sulla base delle nostre analisi precedenti, stimiamo che se la terapia combinata per ridurre il colesterolo LDL fosse inclusa in tutte le linee guida terapeutiche e implementata dai medici di tutto il mondo per i pazienti con livelli elevati di colesterolo, si eviteranno oltre 330.000 decessi all’anno tra i pazienti che hanno già subito un infarto e quasi 50.000 decessi solo negli Stati Uniti. Raccomandiamo che la terapia combinata sia considerata il gold standard del trattamento per questi pazienti e che venga inclusa in tutte le future linee guida terapeutiche“.
Le statine sono utilizzate in sicurezza da anni. Contribuiscono ad abbassare il colesterolo LDL riducendone la produzione da parte del fegato. L’Ezetimibe riduce la quantità di colesterolo che l’organismo assume con il cibo inibendone l’assorbimento a livello intestinale. Alcuni pazienti non rispondono adeguatamente alle statine e a questi viene prescritto l‘Ezetimibe in combinazione con una statina. Dosi elevate di statine sono note come statine “ad alta intensità”, mentre dosi moderatamente elevate sono note come statine “a intensità moderata” o “a intensità media”.
Il Prof. Toth ha affermato: “I nostri risultati sottolineano l’importanza del proverbio ‘più basso è il dosaggio, meglio è, più a lungo’, ma anche dell’altrettanto importante ‘prima è il dosaggio, meglio è‘ per curare i pazienti ad alto rischio di patologie cardiovascolari ed evitare ulteriori complicazioni mediche e decessi“.
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Un punto di forza dello studio è la sua ampia dimensione, in quanto include il maggior numero di pazienti finora studiati. I pazienti sono stati inclusi in 14 studi, 11 dei quali erano studi clinici randomizzati controllati e tre dei quali erano studi di coorte. I limiti riguardano principalmente il tipo di studi inclusi nella meta-analisi, tra cui la loro dimensione e la natura osservazionale di alcuni di essi.
Immagine credit public domain.
Fonte:Mayo Clinic Proceedings