Le diverse cellule dendritiche nella pelle umana, hanno varie funzioni nei primi e più avanzati stadi della psoriasi, secondo una ricerca pubblicata sulla rivista EMBO Molecular Medicine.
Gli scienziati suggeriscono che nuove strategie per regolare la composizione delle cellule dendritiche nelle lesioni cutanee psoriasiche, potrebbero rappresentare un approccio per il futuro trattamento della malattia.
La psoriasi è una malattia autoimmune che colpisce circa 125 milioni di persone in tutto il mondo. I sintomi comprendono la formazione di lesioni infiammate, arrossate, squamose che compaiono sulla pelle e variano da lievi a gravi. La malattia è spesso associata ad altre condizioni di salute gravi come il diabete, malattie cardiache e depressione.
I ricercatori hanno osservato un aumento dell’ accumulo di cellule dendritiche plasmacitoidi nelle lesioni psoriasiche di pazienti, così come nei topi che sono organismi modello per lo studio della malattia. Cellule dendritiche plasmacitoidi sono un tipo specifico di cellule immunitarie che possono infiltrarsi nei tessuti danneggiati durante la fase precoce della psoriasi. Al contrario, i livelli di un altro tipo di cellule dendritiche conosciute come cellule di Langerhans, erano, nella sperimentazione, significativamente diminuite nelle lesioni, rispetto alla pelle sana negli esseri umani e nei topi. Quando i livelli di cellule dendritiche plasmacitoidi nei topi sono diminuiti durante le prime fasi della malattia, allora i sintomi della psoriasi sono stati soffocati. Una riduzione simile nelle cellule di Langerhans, in una fase precoce della malattia, non ha avuto alcun effetto. Se i livelli di cellule di Langerhans vengono ridotti in fasi avanzate della malattia, i sintomi della psoriasi vengono esacerbati.
“I cambiamenti nella gravità dei sintomi che ricercatori hanno hanno osservato, sono correlati ai cambiamenti nella composizione delle cellule dendritiche che hanno un impatto molto saldo di mediatori infiammatori nel sito della malattia. E’ probabile che inducendo composizioni favorevoli di cellule dendritiche nelle fasi iniziali della psoriasi, potremmo essere in grado di contribuire a ridurre gli effetti della condizione con la realizzazione di un migliore equilibrio di questi mediatori, presso il sito della malattia. Ulteriori sperimentazioni potranno confermarci, con certezza, se un tale approccio porterà ad un trattamento clinico per la psoriasi “.
Fonte:http://embomolmed.embopress.org/content/early/2014/09/12/emmm.201404114