Il glutine è stato a lungo identificato come il colpevole della celiachia, ma un nuovo studio rivela che la malattia autoimmune può essere innescata anche da altre proteine del grano. Queste proteine del grano chiamate prolammine, si possono trovare anche in segale e orzo.
Lo studio, pubblicato di recente sul Journal of Proteome Research da scienziati del Dipartimento per l’Agricoltura e dalla Columbia University negli Stati Uniti, ha preso in considerazione il restante 25 per cento di proteine del grano, per determinare se anche esse potevano causare problemi ai pazienti celiaci affetti da intolleranza al glutine.
La celiachia è una malattia autoimmune che inibisce l’assorbimento di sostanze nutritive essenziali nel piccolo intestino, causando infiammazione del tratto intestinale e altri problemi gastrointestinali. Il glutine, la proteina presente nel grano, orzo e segale che dà alla pasta la sua elasticità, è noto per scatenare la reazione in chi soffre di celiachia.
Così come alcuni agenti patogeni o sostanze estranee possono indurre l’organismo a produrre anticorpi contro di essi, alcune proteine sono note per agire come antigeni in pazienti con malattia celiaca, stimolando l’organismo a produrre anticorpi.
Il sistema immunitario a volte, può sbagliare e individuare tessuti sani come una sostanza nociva, stimolando la produzione di anticorpi e lo sviluppo di una malattia autoimmune. La reazione non è a differente dal processo che a volte si verifica quando gli organi trapiantati vengono rifiutati dai pazienti che ne usufruiscono.
Proteine non-glutine possono causare problemi simili nel tratto digestivo
In questo ultimo studio, i ricercatori hanno esaminato campioni di siero di soggetti noti per soffrire di malattia celiaca e dei sintomi correlati, per determinare se una risposta immunitaria potrebbe essere innescata da cinque gruppi di proteine non glutine. Questi ulteriori gruppi di proteine di grano includono purinins, inibitori dell’alfa-amilasi / proteasi, serpine, globuline e farinins.
Rispetto alle risposte dei soggetti sani del gruppo di controllo, i pazienti celiaci hanno mostrato significativamente maggiore reazione anticorpale a queste proteine non-glutine, suggerendo una reazione intestinale simile a quella sviluppata dalla malattia celiaca.
La reazione anticorpale dei soggetti dello studio è stata una sorpresa per i ricercatori che si occupano del trattamento della celiachia, storicamente concentrati sulla glutine. Si riteneva che le proteine non-glutine non innescassero la risposta immunitaria nei pazienti con malattia celiaca, ma tale ipotesi sta cambiando.
Quali sono le future implicazioni di questa scoperta?
I risultati non sono suscettibili di cambiare il corso del trattamento dei pazienti celiaci in quanto la maggior parte di essi, già evita il grano e cereali correlati. Tuttavia, alcuni prodotti, come l’amido di frumento, possono giustificare uno sguardo più attento a garantire che non ci sia contaminazione con proteine non glutine. In generale, se siete sensibili alle proteine del grano, è meglio evitare sempre i consumi.