Celeste ha due anni e mezzo. E’ affetta da atrofia muscolare spinale. Sopravvive con una terapia sperimentale a base di cellule staminali, ma il PM decide lo stop. Oggi la decisione del tribunale. Due anni e mezzo fa, Celeste era nata con una grave malattia neurologica, l’ atrofia muscolare spinale che non ha cure, provoca una progressiva atrofizzazione dei muscoli, toglie il respiro fino al soffocamento. Pçoi il miracolo delle cellule staminali che nel caso di Celeste prevede il trapianto del midollo osseo e periodiche iniezioni di cellule. Una terapia che aveva dato buoni risultati. Celeste era in cura all’Ospedale di Brescia ed i progressi della bambina erano visibilmente notevoli. Da uno stato di totale immobilità, la piccola aveva iniziato a muovere le braccia,le gambe, la testa, fino all’arresto del processo degenerativo della malattia, certificato dai medici lo scorso Settembre. Le cure praticate dal Pediatra Mario Andolina e dalla ONLUS Stamina Foundation, stavano facendo vincere Celeste sull’atrofia spinale. Dopo tre sedute, la bambina stava ormai seduta da sola sul passeggino, a ridere, muovere braccia e gambe. Purtroppo, alcuni mesi fà, l’attività della ONLUS è stata bloccata dall ‘AIFA, dopo un’ispezione congiunta dei Carabinieri dei NAS e degli ispettori dell’ AIFA, nei Laboratori degli ospedali di Brescia. Tutto è accaduto dopo un’inchiesta del pm Guariniello che ha indagato su psicologi e medici della Fondazione, la Stamina Foundation che collaborava con l’Ospedale di Brescia. E proprio sulla Fondazione, sarebbero numerose le irregolarità trovate dagli Ispettori del Ministro della Salute, nel corso dei controlli. La Procura di Torino ha ipotizzato i reati di somministrazione di farmaci imperfetti e dannosi per la salute pubblica, truffa e associazione per delinquere. Così, da maggio, Celeste ha smesso di ricevere iniezioni di cellule di midollo osseo prelevato dalla madre. E le sue condizioni sono peggiorate. Tutto fermo, nonostante i benefici della terapia e nonostante la malattia avesse smesso di svilupparsi. I genitori, disperati, hanno fatto ricorso al Tribunale di Venezia, insieme ad altri tredici pazienti con la stessa patologia e per la maggior parte bambini. Per loro, quelle cellule staminali sono la vita. Oggi, con un provvedimento di urgenza, il Giudice potrà disporre o meno, la prosecuzione delle cure salvavita. ” Una situazione assurda” dice il pediatra Andolina” In questo modo, il Procuratore applica la pena di morte. Per questi pazienti non ci sono speranze senza le cure staminali. Basterebbe utilizzare la Legge, che già esiste, che permette di utilizzare cellule staminali. E non farlo equivale ad omicidio con eventuale dolo. Sono alla fine della mia carriera” dichiara il pediatra ” e sono disposto a tutto. Voglio concluderla così.”
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