HomeSaluteFegatoCarcinoma epatocellulare: nuova tesi sui biomarcatori

Carcinoma epatocellulare: nuova tesi sui biomarcatori

Carcinoma epatocellulare-Immagine Credit Public Domain.

Robin Zenlander dell’Unità di Gastroenterologia e Reumatologia presso il Dipartimento di Medicina, Huddinge, presenterà la sua tesi dal titolo ” Biomarcatori nel carcinoma epatocellulare“, il 13 giugno 2024.

I pazienti con cirrosi epatica hanno un rischio maggiore di sviluppare un cancro al fegato primario sotto forma di carcinoma epatocellulare (HCC). “Abbiamo cercato nuovi biomarcatori, sia nel sangue che nel tessuto tumorale del fegato, da utilizzare principalmente per la scoperta precoce dell’HCC e per prevedere il rischio di recidiva dopo il trattamento chirurgico, afferma Zenlander.

“Nel sangue abbiamo trovato una nuova proteina, la tioredossina reduttasi 1 (TXNRD1), che potrebbe essere utilizzata per lo screening dell’HCC. Combinando TXNRD1 con i biomarcatori oggi più studiati, l’alfa-fetoproteina (AFP) e la des-gamma carbossiprotrombina (DCP), è possibile può migliorare le prestazioni di tali marcatori per la scoperta precoce di HCC nei pazienti a rischio con cirrosi epatica. Inoltre, abbiamo scoperto nel tessuto tumorale del fegato che i micro-RNA, piccoli frammenti genetici in grado di controllare l’espressione genica della cellula, potrebbero migliorare la previsione del rischio di recidiva dell’HCC dopo il trattamento chirurgico”, aggiunge.

La diagnosi precoce dell’HCC è fondamentale per poter offrire opzioni terapeutiche curative. Se si riesce ad aumentare la percentuale di piccoli tumori rilevati precocemente nei pazienti ad alto rischio con cirrosi epatica, la sopravvivenza può essere migliorata.

Inoltre, prevedendo meglio quali pazienti sono a più alto rischio di recidiva dopo il trattamento chirurgico, è possibile indirizzare un follow-up aggiuntivo a quei pazienti in cui il beneficio sarà maggiore.

Leggi anche:Carcinoma epatocellulare: identificata via di segnalazione molecolare

Intendiamo continuare a studiare i biomarcatori trovati utilizzando coorti potenziali di pazienti più ampie e combinando biomarcatori nel sangue con nuovi metodi radiologici come i protocolli RM abbreviati, con l’obiettivo generale di migliorare la sopravvivenza dei pazienti con HCC, comclude Zenlander.

Fonte:Karolinska Institutet

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