Cancro ovarico: test del sangue della proteina CA125 potrebbe ridurre del 20% la mortalità.
Uno studio condotto da un team di ricercatori della University College London (UCL), in collaborazione con altri Istituti e pubblicato sulla rivista The Lancet, sostiene che lo screening annuale del carcinoma ovarico, in particolare il test del sangue della proteina CA125, prodotta dal tessuto ovarico, riduce di quasi il 20% il rischio di morire a causa di questo tumore.
Il carcinoma ovarico, spesso diagnosticato in fase avanzata a causa della sua rapidissima insorgenza e dei sintomi vaghi, rappresenta una tipologia di tumore caratterizzata da un tasso di mortalità a 5 anni piuttosto elevato, pari a circa il 60%. Diffondere la “cultura” della prevenzione è essenziale e potrebbe salvare tante vite.
I ricercatori spiegano che i livelli della proteina CA125 risultano più elevati nelle donne con cancro dell’ovaio. Attualmente il monitoraggio dei livelli di CA125 può essere utile per le donne che hanno già avuto la diagnosi della malattia, al fine di valutare la prognosi e la risposta ai trattamenti, ma non è stato raccomandato per le donne che sono a rischio medio della patologia.
Per lo studio è stato condotto un trial, United Kingdom Collaborative Trial of Ovarian Cancer Screening (Ukctocs9, coordinato dal Dottor Ian Jacobs. Sono state reclutate, tra il 2001 e il 2005, 202.638 donne britanniche in post-menopausa, di età compresa tra i 50 e i 74 anni e senza una forte storia familiare di tumore ovarico.
Le partecipanti sono state divise casualmente in tre gruppi: nel primo gruppo veniva effettuato uno screening annuale multimodale con analisi del sangue per valutare la proteina CA125 sulla base di un algoritmo chiamato ROCA (Risk of Ovarian Cancer Algorithm) e in seconda linea un’ecografia trans-vaginale a ultrasuoni, nel secondo veniva effettuato esclusivamente lo screening annuale ad ultrasuoni, nel terzo nessuno screening.
Una prima analisi dei risultati ha mostrato che in generale lo screening è stato associato con una riduzione della mortalità dovuta al cancro dell’ovaio, tuttavia tale analisi non è risultata statisticamente significativa. In base ad una seconda indagine, dal confronto tra il primo gruppo (multimodale) e il gruppo di controllo, escludendo le donne che avevano un cancro ovarico (non ancora diagnosticato) al momento dell’inizio dello studio, è emerso che lo screening è risultato associato ad una riduzione del 20% del rischio di decesso per carcinoma ovarico, durante il periodo dello studio (circa 14 anni).
Come spiegano i ricercatori, i risultati dello studio Ukctocs forniscono una stima della riduzione della mortalità per tumore ovarico attribuibile allo screening che va dal 15% al 28%.
Nei prossimi tre anni gli esperti continueranno a seguire le partecipanti per confermare l’entità della riduzione della mortalità all’interno del campione e l’ulteriore follow-up sarà necessario sia per validare le conclusioni relative all’efficacia di questo screening che per stimare se e quanto questo strumento è costo-efficace.
Fonte:http://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(15)01224-6/abstract