(Cancro alla vescica-Immagine:le cellule T killer circondano una cellula cancerosa. Credito: NIH).
Secondo i risultati di uno studio clinico di fase III condotto nel Regno Unito dalla Queen Mary University di Londra, un nuovo tipo di farmaco che aiuta a indirizzare la chemioterapia direttamente alle cellule tumorali aumenta significativamente la sopravvivenza dei pazienti con la forma più comune di cancro della vescica.
I risultati dello studio sono stati pubblicati dal New England Journal of Medicine e presentati al Genitourinary Cancers Symposium dell’American Society of Clinical Oncology del 2021.
Il cancro uroteliale è il tipo più comune di cancro della vescica (90% dei casi) e può essere riscontrato anche nella pelvi renale (dove l’urina si raccoglie all’interno del rene), nell’uretere (tubo che collega i reni alla vescica) e nell’uretra. A livello globale, ogni anno vengono segnalati circa 549.000 nuovi casi di cancro alla vescica e 200.000 decessi.
Uno dei trattamenti più utilizzati per questo tipo di cancro è la chemioterapia che agisce prendendo di mira tutte le cellule del corpo, intervenendo con successo sulle cellule tumorali, ma anche colpendo le cellule non cancerose, causando effetti collaterali.
Una nuova classe di farmaci noti come “coniugati farmaco-anticorpo” (ADC) funziona grazie alla presenza di un anticorpo attaccato a un farmaco simile alla chemioterapia. L’anticorpo mira specificamente e si lega alle cellule tumorali, portando con sé il farmaco simile alla chemioterapia, permettendogli di agire solo su quelle cellule tumorali e ignorare le cellule normali del corpo.
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Lo studio ha coinvolto 608 pazienti in 19 paesi e ha testato il nuovo farmaco ADC chiamato Enfortumab Vedotin, sviluppato da Astellas Pharma Inc. e Seagen Inc., in pazienti adulti con carcinoma uroteliale localmente avanzato o metastatico che erano stati precedentemente trattati con chemioterapia a base di platino e immunoterapia inibitore PD-1 / L1. Lo studio ha dimostrato che:
- Il rischio di morte è stato del 30% inferiore con il nuovo farmaco rispetto alla chemioterapia, con una sopravvivenza mediana di circa 13 mesi per il nuovo farmaco
- La sopravvivenza mediana libera da progressione, che è il tempo senza progressione del cancro, è stata di 5,6 mesi per il nuovo farmaco contro 3,7 mesi per la chemioterapia
- Il tasso di risposta globale, la percentuale di pazienti con risposta completa o parziale, è stata del 40,6% contro il 17,9% dei pazienti nel braccio chemioterapico
- Gli effetti collaterali del farmaco erano gestibili e nel complesso simili alla chemioterapia.
Il ricercatore capoTom Powles, Professore di Oncologia Genito-urinaria presso la Queen Mary University di Londra e Direttore del Barts Cancer Center, Barts Health NHS Trust, ha dichiarato: “Questo nuovo tipo di farmaco ha portato a un vantaggio di sopravvivenza nel cancro della vescica che è stato difficile da ottenere fino ad ora. Ha ridotto il tasso di mortalità del 30% e ha battuto la chemioterapia in ogni contesto“.
Fonte:New England Journal of Medicine