Cancro alla prostata-Immagine Credito Genes & Diseases-
In uno studio pubblicato sulla rivista Genes & Diseases, ricercatori dell’Esercito Medical University e dell’Università di Shenzhen hanno studiato il ruolo chiave di miR-18a-5p, un microRNA, nello sviluppo e nella progressione delle lesioni osteoblastiche derivanti dalle metastasi ossee del cancro alla prostata (PCa).
I ricercatori hanno osservato in modo sorprendente un’espressione significativamente elevata di miR-18a-5p nel microambiente osseo dei pazienti con PCa con metastasi ossee, indicando il suo potenziale coinvolgimento nella patogenesi della malattia. Per ottenere informazioni più approfondite sull’impatto del miR-18a-5p sulle lesioni osteoblastiche, i ricercatori hanno condotto una serie di esperimenti di laboratorio completi.
Inibendo miR-18a-5p sia nelle cellule PCa che nei pre-osteoblasti, i ricercatori hanno dimostrato con successo una sostanziale riduzione della differenziazione e dell’attività degli osteoblasti. Particolarmente degna di nota è stata la somministrazione di cellule PCa con miR-18a-5p soppresso in un modello murino, che ha portato a notevoli miglioramenti nelle proprietà biomeccaniche ossee e nella massa minerale ossea, evidenziando efficacemente il potenziale terapeutico di prendere di mira questo specifico microRNA.
Successive indagini hanno svelato l’intricato meccanismo molecolare alla base delle lesioni osteoblastiche indotte da miR-18a-5p. I ricercatori hanno scoperto che questo microRNA veniva trasferito agli osteoblasti tramite esosomi secreti dalle cellule PCa. “All’interno degli osteoblasti, miR-18a-5p ha abilmente preso di mira il gene Hist1h2bc, portando alla sovraregolazione di Ctnnb1 nella via di segnalazione Wnt/β-catenina, guidando infine la differenziazione degli osteoblasti e favorendo la formazione di lesioni osteoblastiche”, hanno spiegato gli autori.
I risultati di questo studio sono promettenti per lo sviluppo di strategie terapeutiche nuove e mirate per la gestione delle metastasi ossee del PCa e delle complicanze osteoblastiche associate. I ricercatori hanno utilizzato efficacemente Antagomir-18a-5p, un inibitore di miR-18a-5p, per migliorare le lesioni osteoblastiche nel modello murino, senza influenzare negativamente l’attività degli osteoclasti.
Sorprendentemente, il trattamento con antagomir-18a-5p ha migliorato significativamente le proprietà biomeccaniche ossee, la densità minerale ossea e ha alleviato le lesioni sclerotiche, sottolineando la sua potenziale efficacia come promettente opzione terapeutica per le lesioni osteoblastiche indotte da PCa in contesti clinici.
Dato che le metastasi ossee del cancro alla prostata rappresentano una significativa esigenza medica insoddisfatta, soprattutto per quanto riguarda le lesioni osteoblastiche, i trattamenti attuali affrontano prevalentemente le complicanze osteolitiche, lasciando opzioni terapeutiche limitate per le manifestazioni osteoblastiche. Questa ricerca apre nuove ed entusiasmanti possibilità per terapie mirate che hanno il potenziale di migliorare significativamente la qualità della vita dei pazienti affetti da PCa alle prese con lesioni osteoblastiche.
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I risultati dello studio offrono prospettive entusiasmanti, ma sono necessarie ulteriori ricerche per convalidare la sicurezza e l’efficacia di questo approccio negli esseri umani. Tuttavia, segna un significativo passo avanti nella lotta all’impatto devastante delle metastasi ossee del cancro alla prostata e delle relative lesioni osteoblastiche. Con i progressi nelle terapie mirate e nei metodi di somministrazione dei farmaci, questa ricerca potrebbe portare a trattamenti migliori per le metastasi ossee del PCa, dando speranza a pazienti, famiglie e operatori sanitari che lottano contro il cancro alla prostata e le sue complicanze.
Fonte: Genes & Diseases