Cadmio-Immagine Credit Public Domain-
Essendo un metallo pesante che può persistere nel corpo umano per decenni – ed entrarvi accumulandosi nella frutta e nella verdura – il cadmio contribuisce al cancro del rene, del polmone e della prostata, tra gli altri organi.
Ma la ricerca ha indicato che il cadmio sconvolge anche il delicato equilibrio del microbioma: l’ecosistema di trilioni di microrganismi che vivono nell’intestino, dove influenzano la funzione e la disfunzione di numerosi sistemi. L’identificazione di batteri benefici o probiotici, che potrebbero tamponare la presenza del metallo, è emersa come un approccio popolare, ma ancora preliminare al problema.
Devin Rose, Jennifer Auchtung, Hollman Motta Romero e colleghi hanno deciso di cercare specie batteriche in grado di resistere al cadmio e potenzialmente aiutare i loro fratelli più sensibili a fare lo stesso. Il team del Nebraska ha iniziato estraendo campioni dei microbiomi da due adulti sani (A e B), coltivandoli in bioreattori e quindi contaminandoli con livelli tossici di cadmio.
Sebbene il metallo abbia diminuito la diversità delle specie nel microbioma A, il team ha scoperto che alcune sono riuscite a sopravvivere e a crescere in mezzo ad alte concentrazioni del contaminante tossico. Al contrario, il microbioma B generalmente appassisce di fronte a concentrazioni anche modeste, suggerendo che la resistenza al cadmio può differire da un intestino umano all’altro.
I ricercatori hanno poi arricchito il microbioma B con le specie A resistenti al cadmio prima di esporlo nuovamente al metallo pesante. Integrato con quelle specie più resistenti, il microbioma B ha prodotto quantità maggiori di butirrato, un acido grasso vitale prodotto da batteri intestinali benefici e precedentemente impoverito dal metallo. Ciò suggerisce che le specie tolleranti questo metallo, che non producono butirrato da sole, potrebbero allontanare abbastanza cadmio per proteggere i loro cugini vulnerabili dalla tossicità del contaminante.
Il team ha sottolineato la necessità di ulteriori prove sperimentali per confermare la sicurezza e l’efficacia delle specie tolleranti il cadmio identificate nel loro studio. E altre specie potrebbero alla fine rivelarsi candidati più promettenti per questo lavoro.
Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Chemosphere.
Leggi anche:Il cadmio può causare malattie epatiche
“Ma nel dimostrare un metodo per individuare e testare questi candidati, lo studio rappresenta un passo serio verso la mitigazione del danno da tossicità del cadmio allo stomaco“, hanno detto i ricercatori.
Fonte:Chemosphere