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Biomarker per danni cerebrali in grado di diagnosticare anche la miocardite

Biomarker utilizzati per rilevare  danni cerebrali, sono in grado di diagnosticare anche la miocardite, secondo un nuovo studio.

 I danni cerebrali o la neurodegenerazione possono  comunemente essere diagnosticati esaminando i livelli di specifici biomarcatori proteici. Si scopre che questi stessi biomarcatori possono essere utilizzati per diagnosticare e valutare la gravità della miocardite o infiammazione del cuore, secondo uno studio pubblicato sul Journal of Cardiovascular Translational Research .

Al momento non c’è un modo non invasivo per confermare una diagnosi di infiammazione del cuore. Il metodo attuale è una invasiva biopsia, che può anche mancare l’infiammazione e portare ad una diagnosi negativa. La miocardite può portare alla morte attraverso insufficienza cardiaca da muscoli infiammati e danneggiati. Questa infiammazione è spesso una risposta autoimmune alle infezioni virali (come la malattia di Lyme). Ci sono diversi modi naturali per curare la condizione, come ad esempio, l’utilizzo della curcuma, le bacche di biancospino e di alcune specie di astragalo. Quando si tratta di infiammazione del cervello, i medici spesso cercano l’ aumento dei livelli della proteina 18 kDa (TSPO) nel cervello, per avere un’idea della portata del danno cerebrale o lesioni. 

Misurando i livelli di TSPO in campioni di biopsie provenienti da individui e topi con miocardite, il team ha scoperto che questo biomarcatore può aiutare a diagnosticare anche la  miocardite. Inizialmente, i ricercatori hanno pensato che TSPO era semplicemente un biomarcatore per misurare i livelli di infiammazione e quindi aiutare nella diagnosi, ma a quanto pare ora pensano che TSPO può effettivamente essere la causa della progressione della malattia.

Il Dr. Fairweather, un co-autore dello studio, ha spiegato che “TSPO è direttamente allo sviluppo di grave miocardite e insufficienza cardiaca”. Il prossimo passo del gruppo è di effettuare uno studio su piccola scala, su individui affetti da miocardite. Ciò potrebbe portare la squadra a determinare se TSPO può essere uno strumento diagnostico e se essa riguarda l’aterosclerosi e altre malattie legate al cuore. L’ autore dello studio, il Dr. Guilarte ha affermato che questa ricerca è davvero impressionante perché ci permette di utilizzare ciò che sappiamo di TSPO nel cervello ed eventualmente applicarlo al cuore. Attualmente, ci sono diversi modi per controllare i livelli di TSPO nel cervello che permettono ai medici di rallentare la progressione della neurodegenerazione.

Il Dr. Guilarte ha spiegato: “Il nostro ultimo studio è una tappa importante perché dimostra che possiamo utilizzare quello che abbiamo già imparato su TSPO nel cervello e trarne insegnamenti per il cuore. Infatti, TSPO probabilmente può avere implicazioni anche per altri organi”.

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